Vittima una barista: 5 mila euro per essere protetta
CHIEDE IL "PIZZO" DAL CARCERE
Il detenuto è stato rinviato a giudizio per estorsione
TREVISO – (gp) Le ha mandato una lettera dal carcere offrendole protezione. In cambio chiedeva soltanto 5 mila euro. All'inizio poteva sembrare uno scherzo, ma il carattere velatamente minaccioso della missiva ha spinto una barista trevigiana a sporgere denuncia. Ora l'uomo, che sta scontando una condanna definitiva nel carcere di Santa Bona, è stato rinviato a giudizio dal gip Gianluigi Zulian con l'accusa di estorsione. Non ancora fissata la data in cui il presunto estorsore dovrà presentarsi di fronte al giudice: al momento si sa solo che l'uomo avrebbe cercato di guadagnare qualche soldo sfruttando la paura di una ragazza che conosceva bene prima di finire dietro le sbarre. Nella lettera il detenuto fa esplicito riferimento a delle “conoscenze” all'esterno del carcere che, dietro compenso, sarebbero state in grado di assicurarsi che la barista non avrebbe avuto nulla da temere per la sua attività e per suo figlio. La donna, che all'inizio ha cominciato così a temere che quelle stesse “conoscenze”, se non avesse pagato, avrebbero potuto fare del male a lei, al figlio, o danneggiare il bar. Ma la barista non ha ceduto alle minacce della lettera e si è rivolta alle forze dell'ordine denunciando il fatto. Le successive indagini della Procura hanno appurato che seppur bonariamente minacciosa, la lettera aveva il chiaro intento di estorcere del denaro alla malcapitata. E per questo motivo ha deciso di mandare a processo il detenuto che chiedeva il pizzo dal carcere.