CNA: "Gli studi di settore puniscono non aiutano"
DUE STORIE DI INGIUSTIZIA FISCALE
Protagonisti due artigiani liberi professionisti della Marca
TREVISO - (st) Due storie di ingiustizia fiscale del trevigiano che si sommano alle tante in tutta la provincia che mettono in luce l'inutilità dei cosidetti studi di settore territorializzati. Il primo caso ha come protagonista un idraulico di Castelfranco, titolare di una ditta famigliare con un apprendista che si è trovato nella propria dichiarazione dei redditti relativa all'anno scorso, calcolata con i nuovi studi di settore territorializzati, un non congruo di quasi 6000 euro su un totale di reddito di poco più di 24 mila euro, nettamente differente rispetto alla dichiarazione dei redditi dell'anno 2008 in cui il reddito era stato maggiore e il non congruo riscontrato di solo 790 euro. Questa situazione comporta la possibilità per l'artigiano libero professionista, di essere inserito nelle liste di aziende da sottoporre a controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate. Altro caso analogo è quello di un carpentiere il cui reddito per l'anno scorso rispetto al 2008 è sceso drasticamente a causa di una forte riduzione di commesse e le molte spese fisse, da 58 mila euro del 2008 a neanche 38 mila nel 2009 ma nella sua dichiarazione dei redditi si è visto comunque contestato un non congruo per ben 7.130 euro. Come può avvenire che in un momento di crisi siano degli studi di settore territorializzati a punire chi sta già pagando il prezzo della crisi? A spiegarlo è Roberto Ghegin, responsabile fiscale della CNA, che afferma che l’Agenzia delle Entrate considerando la provincia di Treviso, relativamente al settore edile, “area con notevole ed elevato grado di benessere economico” ha impedito l'applicazione dei correttivi anticrisi come concordato a livello nazionale, ossia, secondo il Fisco, a Roma, gli artigiani della Marca, nonostante la crisi economica, dovrebbero avere gli stessi ricavi e gli stessi redditi degli anni precedenti quando si tratta invece del settore più colpito dalla crisi con addirittura, precisa Ghegin, casi di suicidi di alcuni titolari artigiani nel Veneto. Non sono due storie isolate quelle dell'idraulico e del carpentiere infatti sembra che circa l'80% delle aziende artigiane trevigiane risulti non congrua o non coerente.