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Antonio Fojadelli sulla morte di Serena Dal Fabbro
"NON LI CHIAMO INCIDENTI"
"La pena deve valere come valido deterrente"
TREVISO – (gp) “Sono preoccupato come uomo e come cittadino. Le considerazioni sul piano umano per quanto successo sono terribili, segno che viviamo in una società in cui c'è assenza di rispetto e di disciplina. La pena non è una tassa da pagare, ma deve contenere un ammonimento e un messaggio per tutti, e deve valere come valido deterrente”. A distanza di un paio di giorni dal funerale di Serena Dal Fabbro, la bambina di 5 anni investita sulle strisce pedonali e uccisa venerdì scorso in via San Pietro a Valdobbiadene, e dagli arresti domiciliari concessi al suo investitore, il 21enne Valentino Capretta, il procuratore capo di Treviso Antonio Fojadelli ritorna sul fatto che ha sconvolto non solo le famiglie dei protagonisti ma tutti i cittadini trevigiani. Una morte, quella della piccola Serena, che si poteva evitare secondo il capo della Procura, il quale dichiara di aver smesso di chiamare “incidenti queste tragedie della strada perchè gli incidenti sono qualcosa che accade indipendentemente dalla volontà dell'uomo”. In altre parole il procuratore Fojadelli prende spunto dalla scomparsa di Serena Dal Fabbro per puntare il dito contro il comportamento troppo negativo delle persone al volante che sempre più spesso mancano di disciplina, e quindi di rispetto per la vita umana e per gli altri. Ai nostri microfoni le dichiarazioni del procuratore capo di Treviso, il dottor Antonio Fojadelli.
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