DeciderĂ la Corte Costituzionale se ci farĂ il processo
POLISIA, LE CARTE A ROMA
Giusto abrogare il reato di associazione paramilitare?
TREVISO – (gp) Si saprà stamattina se il processo per la Polisia Veneta si terrà o meno. Il gup Elena Rossi il 14 dicembre scorso si era infatti riservata la decisione riguardo l'eccezione di costituzionalità presentata dal procuratore capo di Treviso Antonio Fojadelli nel corso dell'udienza preliminare che vedeva come imputati di costituzione di associazione paramilitare Daniele Quaglia, colui che nell’organizzazione avrebbe ricoperto l’incarico di governatore del popolo veneto, Sergio Bortotto, con l'incarico di ministro degli Interni e di capo della polizia, Paolo Gallina, comandante dei vigili urbani di Cornuda nella vita reale e generale della polizia veneta in quella dell’Autogoverno, la madre Giuliana Merotto, Danilo Zambon, 61 anni di San Fior, savio dell’Alta Corte di Giustizia e Dino Zorzi, 41 anni di Trevignano, colonnello della Polisia. Il reato infatti è stato abrogato con il decreto legislativo n.43 del 1948, firmato nel marzo scorso dal Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli, relativo al reato di associazione militare con scopi indirettamente politici. Se l'eccezione verrà rigettata il processo contro l'organizzazione paramilitare finirà per essere archiviato o giudicato con una sentenza di assoluzione per gli imputati proprio perché il reato non esiste più. L'altra ipotesi è che il gup Elena Rossi decida di presentare la questione direttamente alla Corte Costituzionale ritenendo, appunto, “incostituzionale” l'abrogazione del reato. “Si tratta di un eccesso rispetto alla legge – aveva dichiarato il procuratore capo di Treviso Antonio Fojadelli – Se il gup deciderà di rigettare l'eccezione ci rassegneremo al fatto che la costituzione di un'associazione paramilitare non sia più reato. Rimangono però le perplessità su come questa norma sia entrata in modo surretizio nella finanziaria”.