Coinvolta come vittima anche la Stonefly
MAXI TRUFFA AI CALZATURIERI
L'azienda trevigiana fiuta un raggiro da 200 mila euro
MONTEBELLUNA - (gp) Stonefly capofila di una lotta contro una truffa milionaria messa in atto da un imprenditore di Civitanova Marche che avrebbe raggirato decine e decine di aziende in giro per l'Italia. La segnalazione della ditta di calzature di Montebelluna, la prima a essere rimasta vittima del disegno criminoso di un'azienda di Macerata, sta infatti portando a galla un vero e proprio sistema collaudato contro il settore calzaturiero italiano. Del caso, con la previsione di intraprendere un'azione penale attraverso una class action, si sta occupando anche l'Anci che al momento è in collegamento con gli uffici legali delle aziende coinvolte nella truffa. Sarebbero infatti già una ventina quelle interessate, per un importo complessivo di diversi milioni di euro. La Stonefly, come detto, è stata la prima a essere stata presa di mira e di conseguenza la prima ad aver denunciato il fatto. L'azienda trevigiana, nell'ottobre dello scorso anno, si era vista recapitare un'ingiunzione di pagamento di 130 mila euro a seguito della quale sono stati pignorati beni per lo stesso importo, al quale si sono poi aggiunti gli oneri di passività. Un danno per il marchio trevigiano di poco inferiore ai 200 mila euro in totale. Il tutto perchè l'imprenditore sotto accusa ha intentato una causa civile contro la Stonefly perchè non ha pagato le fatture emesse. E la base della truffa starebbe proprio qui. A settembre l'imprenditore marchigiano si era recato al quartier generale della Stonefly a Montebelluna proponendo i suoi servizi. Un incontro che terminò senza alcuna richiesta da parte dell'azienda. Successivamente però l'imprenditore avrebbe inviato alcuni pacchi con disegni di calzature e materiale promozionale gratuito. Non essendoci stata nessuna richiesta da parte della Stonefly, i pacchi non avevano fatture o bolle d'accompagnamento. Dopo le spedizioni però in azienda sono arrivate anche le ricevute bancarie da pagare per i prototipi e lo sviluppo modelli delle calzature inviati con i pacchi. Immediata la contestazione da parte della Stonefly che ha contattato l'azienda marchigiana per avere spiegazioni, sentendosi rispondere che si era trattato di un errore e che le ricevute bancarie potevano essere stracciate. E così fu fatto. Ma a distanza di dieci giorni arrivò anche il decreto ingiuntivo del tribunale di Macerata e a gennaio pure il pignoramento dei beni. L'amministratore delegato del gruppo, Adriano Sartor, ha preferito non rilasciare dichiarazioni, aspettando le indicazioni comuni da seguire dettate dall'Anci nazionale che si sta occupando del caso e coordinando l'azione legale tra tutte le aziende coinvolte, come vittime, nella maxi truffa.