Indagine si allarga, pranzi offerti ai complici
"ERA UN GIOCO, UNO SCHERZO"
Così il 17enne capo della baby-gang ai carabinieri
TREVISO - (nc) “Pensavamo fosse un gioco, uno scherzo”: così il 17enne di origini iraniane, arrestato per estorsione ai danni di un 16enne, ha replicato alle domande dei Carabinieri di Treviso che hanno sgominato una baby-gang specializzata in estorsioni. Emergono intanto ulteriori particolari sull'ultima estorsione pianificata dal giovane con i suoi complici: 100 euro. Motivo? Sembra che il capo dei bulli non fosse soddisfatto di quanto il 16enne aveva consegnato nell'ultima “spedizione”. Si trattava di un orologio in oro che la vittima aveva rubato alla nonna e poi consegnato alla gang. Secondo il 17enne non era di grande valore e quindi aveva chiesto una integrazione, i 100 euro appunto. Il fascicolo sul caso è ora in mano alla Procura dei minori. In tutto sono sei i ragazzi coinvolti nell'inchiesta: oltre all'arrestato e ai tre denunciati ci sono altri due complici, già sentiti dai carabinieri. L'indagine è destinata ad espandersi a macchia d'olio: in via di identificazione ci sono gli altri componenti del commando (dieci ragazzi in tutto) che accerchiò la prima volta il 16enne, a dicembre. C'è poi da accertare che fine abbiano fatto denaro e preziosi, frutto delle estorsioni. Il denaro, circa 1000 euro, è finito nelle tasche del 17enne: in parte sono stati spesi per conto proprio, in parte offerti ai complici sotto forma di pranzi offerti e divertimenti. Dei gioielli invece ancora nessuna traccia: in via di accertamento eventuali sviluppi per quanto riguarda l'eventuale ricettazione dei preziosi.