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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

Le Interviste di Radio Veneto Uno


Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

Si sono giocati Wgc e PortoRico Open e Gainbridge Lpga


STATI UNITI - Questa settimana il PGA si sdoppia, mette in campo il World Golf Championships a Bradenton in Florida, e il Puerto Rico Open a Rio Grande in Porto Rico. Oltre a questi due, ad attrarre l’attenzione c’è il secondo evento stagionale del massimo circuito americano...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

Il beniamino di casa supera all''ultimo giro Burns, sempre in testa


LOS ANGELES (USA) - Era alla 95esima edizione questo torneo del PGA Tour, a cui hanno partecipato ben otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Si è disputato al Riviera Country Club, nel Temescal Gateway Park, situato entro i confini della città di Los Angeles; un territorio...continua

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Nessuna responsabilità per allenatore e proprietario

CAVALLO DOPATO, ASSOLTI

Innocenti Massimo Lorenzi e Raffaello Ruffato


TREVISO – (gp) Erano finiti alla sbarra con l'accusa di maltrattamenti di animali per aver dopato un cavallo e di frode sportiva per aver alterato il risultato della gara proprio in base alla somministrazione al cavallo vincente di sostanze proibite. In aula però Massimo Lorenzi, l'allenatore di “Espress ride”, e Raffaello Ruffato, il proprietario, sono stati assolti con formula piena dalle accuse per non aver commesso il fatto. La gara di trotto incriminata all'ippodromo Sant'Artemio di Treviso risale al maggio 2009. Secondo la ricostruzione della Procura i due imputati, in acccordo tra loro, avrebbero somministrato una sostanza proibita (il dimetilsulfossido) a "Espress ride" per farlo vincere e così alterare l’esito di una competizione sportiva. A convincere gli inquirenti ad avviare il procedimento penale furono le analisi antidoping effettuate sui liquidi biologici del cavallo al termine della competizione. I veterinari dell’ippodromo trevigiano misero in evidenza che al cavallo era stato somministrato il Dmso, una sostanza che viene utilizzata come antinfiammatorio per curare le ferite alle zampe dei cavalli e che, dagli ultimi risultati dei laboratori antidoping italiani e francesi, avrebbe soppiantato la cocaina come agente dopante per aumentare le prestazioni dei cavalli. Il giudice, esaminate le prove, ha stabilito che nulla di tutto quello che veniva contestato ai due imputati era in realtà stato commesso.