Presenti big dello sport, autoritĂ , cicloamatori
L'ULTIMA CORSA DI "PINA"
Oltre 2000 persone ai funerali di Andrea Pinarello
TREVISO – “La vita dell'uomo è come una corsa: c'è chi arriva prima e chi dopo, ma tutti siamo attesi al traguardo finale”. Con questa immagine, che certo non sarebbe spiaciuta neppure allo stesso imprenditore ciclista, don Gianni De Simon, parroco di Santa Maria Maddalena, dove vive la famiglia, ha voluto salutare nell'omelia Andrea Pinarello. E sotto l'ideale striscione della sua ultima volata, oggi pomeriggio, si sono assiepati in tantissimi: quasi duemila persone, tanto che il Duomo è riuscito a contenerle a fatica. Diversi nomi del ciclismo, presente e passato: da Ivan Basso a Gianni Bugno, da Marzio Bruseghin a Michele Bartoli, e poi tecnici, dirigenti, organizzatori di gare. Del mondo dello sport: l'allenatore Francesco Guidolin, grande appassionato del pedale, il pallavolista Lorenzo Bernardi, il calciatore Luigi Beghetto, l'ex giocatrice e allenatrice di basket Nidia Pausich, il procuratore sportivo Claudio Pasqualin, il giornalista Marino Bartoletti. Delle istituzioni cittadine e delle forze dell'ordine, in testa il sindaco Gian Paolo Gobbo, il governatore del Veneto Luca Zaia, il presidente della Provincia Leonardo Muraro, il prefetto Aldo Adinolfi. E, naturalmente, tanti trevigiani comuni, amici e conoscenti del “Pina”. Tutti si sono stretti attorno al papà Giovanni e alla mamma Ida, ai fratelli Fausto e Carla, alla moglie Gloria, che, dopo Matilde e Giovanni, a dicembre darà alla luce la terza bambina della coppia: si chiamerà Andrea, come il papà. Sulla bara cuscini di fiori rossi, una distesa di mazzi anche sulla scalinata del presbiterio. Dietro all'altare, con le divise sociali, i componenti del team cicloamatoriale Pinarello, ai lati i soci e i gagliardetti di vari altri gruppi della Marca. Per letture un brano del Cantico dei cantici, lo stesso che Gloria e Andrea avevano scelto per il loro matrimonio, uno dalla lettera di Corinzi di Paolo e l'episodio della resurrezione di Lazzaro dal vangelo di Giovanni. “Ora dovremo amare Andrea – ha concluso il celebrante - in un modo diverso”. Il traguardo è stato tagliato.
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