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A Palazzo Sarcinelli di Conegliano fino al 15 aprile 2012
BELLOTTO, IL CANALETTO DELLE CORTI EUROPEE
Il percorso di uno dei maggiori esponenti del vedutismo veneziano
CONEGLIANO - (ag) Il vedutismo veneziano del '700 attraverso uno dei suoi massimi esponenti. E' dedicata a Bernardo Bellotto (Venezia 1722-Varsavia 1880) la nuova mostra di Palazzo Sarcinelli di Conegliano che, con 70 opere tra dipinti e acqueforti, ripercorre l'avventura artistica del “Canaletto delle Corti europee”. Bernardo Bellotto era infatti nipote di Giovanni Antonio Canal, meglio conosciuto, in Italia, come Canaletto. Dimostrando una precoce disposizione alla pittura, Bellotto compie il suo apprendistato nella bottega veneziana dello zio, da cui apprende l'insegnamento e ne assimila i segreti, tanto da rendere il suo tratto non distinguibile da quello del Canaletto stesso. Le opere giovanili, ispirate alla città di Venezia e al modello canalettiano, rappresenteranno la prima tappa dell'esposizione. Allontanato dalla bottega, il giovane Bellotto inizia a viaggiare in Italia e all'estero, dove gli viene presto attribuito il soprannome dello zio. Una firma che Bellotto fa sua, ma che causa non pochi fraintendimenti con l'opera del Canaletto, in quel periodo impegnato a Londra a dimostrare ai suoi committenti di essere l'originale.
Il percorso del Bellotto “maturo” inizia con le tele dedicate alle città italiane a cui seguono i lavori presso le corti europee: il periodo di Dresda 1747-1758) con 3 tele di grandi dimensioni raffiguranti la borgata di Pirna; il soggiorno viennese con “Palazzo in villa” (1760) dove, seguendo il canone teatrale barocco, Bellotto sceglie di porre in primo piano le figure, lasciando i giardini in tutta la loro profondità e, sullo sfondo, il belvedere e il palazzo. Un percorso che culmina col soggiorno polacco (1767-1780) dove Bellotto fu ospite presso la corte del re Stanislao Augusto. Le vedute su Varsavia manifestano una straordinaria fedeltà ai dettagli architettonici e ai tratti di vita quotidiana rappresentati nelle sue opere. Un realismo che trova riscontro documentaristico all'indomani della seconda guerra mondiale, quando, impegnati nella ricostruzione di Varsavia, gli architetti pensarono anche alle tele di Bellotto per ricomporre il tessuto urbano della città.
Accanto ai dipinti, la mostra dedica un'inedita sezione all'attività incisoria dell'artista: 37 acqueforti restituiscono splendide pagine di vita popolare ambientate nelle città di Dresda e Varsavia.
A presentarci la mostra “Bernardo Bellotto. Il canaletto delle corti europee” è, ai nostri microfoni, il curatore Dario Succi.
La mostra è visitabile fino a domenica 15 aprile 2012, tutti i giorni della settimana.