L'indagine sullo stupratore continua: per ora nessun favoreggiamento
DIECI CONNAZIONALI HANNO AIUTATO IL "MOSTRO"
Nessuno ha ammesso di sapere cosa aveva commesso
TREVISO – (mz) La toccante lettera indirizzata ai media dimostra una volta di più la forza d'animo della vittima. L'indagine sullo stupro della stazione, però, non si ferma. Julio Cesar Aguirre Zuluaga, detenuto in Francia, ha rifiutato l'estradizione immediata: un comportamento di prassi, spiegano gli inquirenti trevigiani, previsto soprattutto a tutela di minoranze che, rimandate nel proprio paese, potrebbero subire trattamenti contrari ai diritti umani, come ad esempio i kurdi. Non è il caso del colombiano, perciò non dovrebbero esserci ulteriori ostacoli, salvo un allungamento dei tempi. All'inizio della prossima settimana, si dovrebbero avere informazioni più precise sulle dichiarazioni rese durante il primo colloquio con i giudici transalpini: se cioè ha negato di trovarsi in via Dandolo (e dunque di essere oggetto di uno scambio di persona) oppure di essere stato lì, ma non aver commesso ciò di cui è accusato. Gran parte degli atti trevigiani sono stati inviati in Francia e tradotti, in attesa dell'udienza fissata per il 30 novembre. In parallelo, gli uomini della Mobile cercano altri riscontri: si indaga soprattutto nell'ambito della comunità sudamericana. Le forze dell'ordine hanno identificato una decina di persone che hanno avuto contatti con il “mostro” dopo la violenza: l'ultimo è un connazionale residente poco distante dalla stazione, da cui “El loco” si sarebbe recato subito dopo il crimine a avrebbe chiesto in prestito un paio di scarpe, con la scusa di aver perso le sue in una rissa durante la notte. Un richiesta esaudita in fretta, senza troppe domande, si è giustificato l'uomo, anche a causa della brutta fama che lo stupratore godeva tra i suoi conoscenti. Al momento, nessuno ha ammesso di aver saputo cosa Zuluaga aveva fatto e non è stata mossa alcuna accusa formale per favoreggiamento. Si stanno vagliano pure le intercettazioni telefoniche: il colombiano utilizzava dodici utenze telefoniche diverse e si tratteneva al telefono per pochi secondi, giusto per spiegare dove farsi inviare i soldi. Solo in un paio di occasioni avrebbe fatto riferimenti espliciti alla violenza commessa. Ulteriori elementi per gli investigatori.