Antonino Foti se l'è cavata con una condanna a 20 mesi, pena sospesa
MITRAGLIETTA IN CASA, PATTEGGIA E TORNA UN UOMO LIBERO
Il 46enne non c'entra con la finta rapina a un blindato a Vicenza
RONCADE – (gp) Antonino Foti, il 46enne calabrese residente a Roncade finito in manette per detenzione di armi da guerra, ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione ottenendo la sospensione condizionale della pena. Dopo essere stato messo gli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame di Venezia grazie al ricorso presentato dal suo legale, l'avvocato Mauro Serpico, Foti è risultato essere completamente estraneo all'inchiesta in merito alla finta rapina al furgone portavalori della ditta “Costantini”, inscenata il 20 luglio a Torri di Quartesolo, e che aveva portato al fermo di tre persone (Alessandro Duse, 50enne di Marcon, Rienzi Fracasso, 62enne di Mogliano Veneto, e Mirco Stocco, 26enne di Campagna Lupia) e alla denuncia a piede libero per peculato per la guardia giurata Alessandro Santoro. Foti aveva ammesso di aver incontrato Fracasso una sola volta, a Fusina, tramite due uomini ai quali il roncadese aveva chiesto un prestito per mandare avanti il bar che gestisce a Mestre, ma aveva anche negato qualsiasi suo coinvolgimento nel finto assalto al blindato. Una versione verificata dagli inquirenti e che ha permesso all'uomo di finire davanti a un giudice soltanto per il possesso della mitraglietta Skorpion trovata nella sua abitazione di Roncade. Foti aveva subito ammesso la proprietà dell'arma e aveva raccontato agli agenti della Squadra Mobile, oltre che al giudice, di averla trovata all'interno di una siepe quando stava eseguendo dei lavori di restauro nella sua precedente attività l'anno scorso, sempre un bar ma a Quarto d'Altino.