Alla sbarra il 34enne Roberto Gallinaro e il 39enne Raffaele De Pasquale
CORRUZIONE IN CARCERE: SECONDINO E DETENUTO IN AULA
Il primo avrebbe messo a disposizione più volte un cellulare al secondo
TREVISO – (gp) Un agente di polizia penitenziaria e un detenuto entrambi imputati di corruzione. Nel processo a carico di Roberto Gallinaro, secondino di 34 anni di Giavera del Montello in servizio a Treviso, e di Raffaele De Pasquale, 39enne napoletano rinchiuso nella casa circondariale di Santa Bona, hanno sfilato i testi di accusa e difesa. Uno in particolare, un detenuto chiamato sul banco dei testimoni come persona informata sui fatti, ha ritrattato la sua iniziale versione che accusava i due imputati definendo false quelle dichiarazioni. Il motivo? Secondo il teste sarebbe stato l'allora comandante degli agenti a indurlo a dichiarare il falso in cambio di un lavoro all'interno del carcere. Il collegio dei giudici del tribunale di Treviso ha così rinviato l'udienza al prossimo 29 maggio e disposto la trasmissione degli atti alla Procura per far luce sulla vicenda. Da capire insomma se si sia trattata di una macchinazione contro l'agente di polizia penitenziaria o se il teste abbia mentito sotto giuramento. Fatto sta che per l'accusa Roberto Gallinaro avrebbe messo a disposizione di alcuni detenuti un telefono cellulare per comunicare con l'esterno ricevendo in cambio alcuni regali, in particolare un orologio, che sarebbe stato ceduto proprio da Raffaele De Pasquale il quale sarebbe rimasto in contatto con una donna che in fase di indagini preliminari ha confermato di aver parlato più volte al telefono con il detenuto.