La Procura di Treviso rintraccerĂ l'altra vittima del colombiano
IN VIDEOCONFERENZA DALLA SPAGNA PER INCASTRARE ZULUAGA
Scartata l'ipotesi di farla venire in Italia: la 44enne parlerĂ via webcam
TREVISO – (gp) Una videoconferenza per incastrare Zuluaga. Questa almeno l'intenzione della Procura di Treviso che, parlando con il magistrato di collegamento, ha disposto che in merito all'altro processo per violenza sessuale che vede il 26enne colombiano già imputato, e che si celebrerà il prossimo 20 marzo, la presunta vittima delle violenze venga rintracciata in Spagna, dove lavora come cameriera, e sia sentita in videoconferenza durante l'udienza. In realtà sentire la 44enne che ha sporto denuncia contro il connazionale, anche secondo la difesa, potrebbe rivelarsi d'aiuto per l'imputato che ha fornito una versione diversa dei fatti. Qualora non venisse rintracciata, visto che l'ipotesi di farla venire in Italia oltre che dispendiosa rischiava di essere un buco nell'acqua, agli atti verrà prodotto il verbale di denuncia che, senza contraddittorio, inchioda Julio Cesar Aguirre Zuluaga alle proprie responsabilità. I fatti risalgono al 10 giugno 2010. La donna, arrivata a Treviso in vacanza a casa della madre di Zuluaga, ha raccontato ai carabinieri che il 26enne dopo averla accompagnata al “Folli Folle” di Villorba, un locale frequentato per lo più da sudamericani, nel tragitto di ritorno in auto verso Volpago del Montello si sarebbe abbassato i pantaloni e tirandola per i capelli voleva costringerla a un rapporto orale. Di fronte al rifiuto della 44enne, il giovane colombiano avrebbe iniziato a tirarle i capelli per raggiungere il suo obiettivo e poi, non riuscendoci, l'avrebbe picchiata e trascinata fuori dall'auto, lasciandola sotto shock in mezzo alla strada. Lei venne soccorsa da un'automobilista di passaggio il quale, ascoltato il suo racconto, l'accompagnò alla caserma dei carabinieri di Montebelluna per sporgere denuncia. I successivi esami medici sembrano stabilire che la violenza ci sia effettivamente stata.