Incarico affidato al geologo dell'Università di Trento Alessandro Gaio
UN SUPER PERITO PER CHIARIRE IL CROLLO DEL GRU IN PROVINCIA
A quasi cinque anni dai fatti non sono chiare le cause dell'incidente
TREVISO – (gp) Dopo tre consulenze di parte la vicenda del crollo della gru sul tetto dell'ex sede della Provincia di Treviso in via Cesare Battisti riparte in pratica dall'inizio. Il giudice Angelo Mascolo, nel processo a carico di Corrado Tiziano, 66enne residente a Cornuda e legale rappresentante dell'omonima ditta costruttrice responsabile dei lavori presso il cantiere di villa Annamaria e il bolognese Francesco Zorzi, 76 anni, progettista della “berlinese”, la struttura in micropali vicina alla gru, ha disposto nuovi accertamenti. A quasi cinque anni dai fatti (era la notte tra il 21 e il 22 maggio 2007) il procedimento penale non ha portato a chiarire cosa in realtà sia davvero successo e se ci siano state responsabilità degli imputati. Le analisi fatte finora non collimano, e a seconda di chi le ha eseguite l'esito punisce o scagiona Tiziano e Zorzi. Il giudice ha così deciso di nominare un perito super partes che avrà il compito di dare una lettura definita della faccenda per giungere a una conclusione, in un senso o nell'altro. L'incarico è stato affidato al docente di gelogia dell'Università di Trento Alessandro Gaio, che avrà sei mesi di tempo per studiare le carte e dare l'ultimo e definitivo parere sulle cause della caduta. Corrado Tiziano, stando alle contestazioni della Procura, avrebbe autorizzato la collocazione della gru su un basamento le cui caratteristiche geologiche e di stabilità non erano state idoneamente accertate. Accertamento che invece, sempre secondo la tesi dell'accusa, avrebbe dovuto essere fatto sia in base alla comune esperienza (la gru era in zona densamente popolata e con molta acqua), sia perché prescritto dal piano di sicurezza e coordinamento che prevedeva appunto di controllare la stabilità della base di appoggio. Corrado avrebbe inoltre autorizzato la collocazione della gru sopra plinti in cemento di superficie sensibilmente inferiori rispetto a quanto prescritto dal manuale d'uso. L'accusa per Francesco Zorzi è invece quella di aver concepito e progettato quale opera di impermeabilizzazione, sostegno e contenimento relativa all'area dello scavo prospicente la gru, una palizzata di micropali (la “berlinese”) che per caratteristiche geologiche dei terreni in cui andava infissa non offriva sufficienti garanzie di impermeabilità, al posto del previsto “diaframma” in cemento armato.