I due della Fulgor Trevignano sono accusati di lesioni e ingiurie a sfondo razziale
INSULTI RAZZISTI IN CAMPO: DIRIGENTE E GIOCATORE IN AULA
"Torna nella Savana": vittima il 23enne Lamine Mamadou Beye
TREVISO – (gp) Dirigente e calciatore a processo per ingiurie e lesioni aggravate dalla discriminazione razziale. Queste le accuse per cui sono finiti a processo un uomo dello staff e un difensore della Fulgor Trevignano, rei secondo l'accusa di aver il primo attaccato verbalmente con insulti razzisti l'attaccante dell'Olmi San Biagio (ora in forze allo Zenson) Lamine Mamadou Beye, 23 anni, mentre il secondo l'avrebbe addirittura colpito con un pugno in campo. La giovane punta, di origini senegalesi ma da 15 anni in Italia e residente con la famiglia a Ponte di Piave, ha deciso di sporgere denuncia contro i due assistito dall'avvocato Simone Guglielmin. La partita incriminata risale al 9 gennaio del 2011: a metà del secondo tempo l'attaccante dell'Olmi San Biagio fa il suo ingresso in campo. Dopo pochi minuti subisce un brutto fallo da dietro e gli animi in campo si sono scaldati. Il difensore si rivolge a Beye dicendogli “Negro di m... guarda che ti tiro un pugno”. E nel giro di qualche secondo quel destro è arrivato in pieno volto lacerando il labbro inferiore della punta senegalese che, portata in ospedale, è stata giudicata guaribile in 15 giorni. Non è tutto. Dopo il fattaccio la gara è terminata senza ulteriori scontri ma al rientro negli spogliatoi a prendersela con Beye è stato anche il dirigente della Fulgor Trevignano. Rivolgendosi al giocatore avversario ha urlato: “Torna nella Savana, questo non è posto per te”, aggiungendo lo stesso insulto razzista pronunciato in precedenza dal difensore della sua squadra. Ne nacque un litigio sedato soltanto dall'arrivo dei carabinieri. Ora però per il dirigente e il giocatore della Fulgor Trevignano scatterà il processo, già calendarizzato ad aprile.