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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

Le Interviste di Radio Veneto Uno


Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

Si sono giocati Wgc e PortoRico Open e Gainbridge Lpga


STATI UNITI - Questa settimana il PGA si sdoppia, mette in campo il World Golf Championships a Bradenton in Florida, e il Puerto Rico Open a Rio Grande in Porto Rico. Oltre a questi due, ad attrarre l’attenzione c’è il secondo evento stagionale del massimo circuito americano...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

Il beniamino di casa supera all''ultimo giro Burns, sempre in testa


LOS ANGELES (USA) - Era alla 95esima edizione questo torneo del PGA Tour, a cui hanno partecipato ben otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Si è disputato al Riviera Country Club, nel Temescal Gateway Park, situato entro i confini della città di Los Angeles; un territorio...continua

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Oltre 60 mila euro da versare ai congiunti di Giuseppe Muraro, morto nel 1969

SCAMBIO DI TOMBE IN CIMITERO, IL COMUNE RISARCIRA' LA FAMIGLIA

I familiari pregavano di fronte alla tomba di uno sconosciuto


CASTELFRANCO VENETO – (gp) Dopo la riesumazione era stata scambiata la salma, e la famiglia Muraro ha pregato senza saperlo per anni davanti a una tomba in cui c'era un altro defunto. Ora il Comune di Castelfranco Veneto è stato condannato a risarcire oltre 60 mila euro ai familiari del defunto. La vicenda, che ricalca quella vissuta alla cantante Rita Pavone che vide scomparire la salma del padre Giovanni dal cimitero di Torino, è iniziata nel 2005 quando il comune trevigiano, non accorgendosi che la vedova di Giuseppe Muraro, morto nel 1969, aveva rinnovato anticipatamente la concessione per oltre 20 anni, levò il cadavere dal loculo mettendolo in una fossa comune ricoprendolo di calce, come scrive il tribunale, al fine di favorire il processo di mineralizzazione. Quando però il Comune castellano si accorse dello sbaglio, fece riesumare dagli addetti cimiteriali “la salma e la ricollocò nel loculo, ma non adducendo alcun elemento oggettivo o criterio certo di identificazione, stante peraltro l'assenza sulla base di qualsivoglia elemento di identificativo”. Dentro la bara c'era infatti il cadavere di una persona che indossava boxer e t-shirt e altri indumenti incompatibili con il defunto e pertanto la famiglia fece fare degli accertamenti, tra cui il Dna, che non portarono ad alcun risultato certo, stabilendo però che i vestiti appartenevano ad altra persona. Era iniziata così una causa civile che si è conclusa con la condanna del Comune.