Alla sbarra il 42enne Alessandro Tamburino, nato in Germania ma residente a Quinto
PICCHIA A SANGUE L'EX COMPAGNA: IN AULA LE PAROLE DELLA VITTIMA
L'uomo deve rispondere dei reati di lesioni, estorsione e furto
TREVISO – (gp) Rinchiuso nel carcere di Santa Bona dal maggio dello scorso anno, Alessandro Tamburino è tornato in aula di fronte al giudice Gioacchino Termini perchè, secondo l'accusa, avrebbe picchiato selvaggiamente la sua ex compagna costringendola a consegnargli 900 euro. Il 41enne nato in Germania ma residente a Quinto di Treviso è accusato di lesioni, estorsione, furto e contravvenzione agli obblighi di soggiorno. In aula, per la prima volta faccia a faccia con l'imputato, ha raccontato la propria verità la vittima di quelle violenze. Un racconto che ha dipinto Tamburino come una persona violenta e dedita all'uso di sostanze stupefacenti. “Io volevo bene ad Alessandro – ha detto in lacrime la donna – l'ignornaza mi ha portato a cercare sempre di proteggerlo. Quando si arrabbiava però finiva sempre per alzare le mani”. Dichiarazioni che si sono arricchite anche di un particolare in più rispetto alle accuse: una volta l'uomo l'avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale utilizzando degli oggetti non meglio precisati. Circostanza che gli inquirenti cercheranno di chiarire. L'udienza è stata rinviata al prossimo 23 maggio, giorno in cui sfileranno i testi della difesa. L'episodio incriminato (quello del pestaggio in casa) risale appunto al maggio del 2011. Tamburino, violando l'obbligo di dimora a cui era sottoposto, si era recato presso l'abitazione della compagna a Villorba. Sembrava tutto normale ma quando lui le chiese i 900 euro e lei si rifiutò di darglieli, scattò la violenza, sedata soltanto dall'arrivo delle forze dell'ordine chiamate da alcuni vicini di casa da cui la donna era riuscita a rifugiarsi con il volto tumefatto dalle percosse e ancora sporca di sangue.