Il 63enne di San Fior, difeso dall'avvocato Luigi Maschio, ha patteggiato la pena
"PROTEGGEVA" I TRANS: DUE ANNI E QUATTRO MESI A ROBERTO CELOTTO
Era accusato di induzione alla prostituzione, lesioni e tentata estorsione
SAN FIOR – (gp) Due anni e quattro mesi di reclusione. Questa l'entità del patteggiamento che ha permesso di chiudere i conti con la giustizia a Roberto Celotto, pensionato 63enne di San Fior finito alla sbarra per le accuse di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, lesioni personali e tentata estorsione.
Dopo essere stato spedito a processo con giudizio immediato, l'uomo, difeso dall'avvocato Luigi Maschio, ha scelto il rito alternativo per ottenere lo sconto di pena. Stando alle contestazioni della Procura di Treviso il 63enne si era imposto come protettore nei confronti di sei transessuali, che accompagnava lungo la Pontebbana dietro un compenso di dieci euro a viaggio a testa.
A mettere le forze dell'ordine sulle tracce dell'uomo è stato lo scorso dicembre proprio un transessuale: dicendo di essere caduto in casa si era presentato all'ospedale di Montebelluna con una profonda ferita alla testa. Furono i medici a non credere alla versione dell'uomo e a chiamare i carabinieri i quali, interrogando il trans, scoprirono che quella ferita gliel'aveva procurata Celotto picchiandolo con una catena.
Da quel momento i militari diedero il via alle indagini scoprendo che altri transessuali erano finiti sotto la “protezione” del 63enne. Sei, appunto, in tutto i viados che erano diventati schiavi dell'uomo. Tutti avrebbero dovuto, oltre a cedere parte dei loro profitti, sottostare alle sua voglie perverse: rapporti sessuali in cui il 63enne li avrebbe anche malmenati.
Per chi si ribellava e rifiutava la protezione dell'uomo sarebbe scattato il pestaggio, solitamente con una catena.