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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

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Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

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PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

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Golf
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Un 36enne di Salgareda deve rinunciare alla sua passione per il tiro a segno

RIVOLEVA IL PORTO D'ARMI, MA PER IL TAR NON E' PIU' IDONEO

La revoca disposta dalla Prefettura dopo una lite con la (ex) moglie


SALGAREDA - (gp) Aveva due grandi passioni: la moglie e le armi. Negli anni però la prima è andata via via scemando, e la seconda gli è stata portata via per colpa della prima. Già, perchè dopo l'ennesimo litigio con la consorte, con tanto di minacce, i carabinieri intervenuti per sedare la lite gli hanno posto sotto sequestro la pistola (che deteneva regolarmente per uso sportivo per allenarsi al poligono), la Prefettura di Treviso gli ha revocato il porto d'armi e ora anche il Tar, al quale si era rivolto affidandosi all'avvocato Stefano Zoccarato, ha rigettato il ricorso ritenendolo non idoneo ad avere armi in casa.

Protagonista della vicenda un 36enne di Salgareda, di origini calabresi ma da anni residente nella Marca. Era il 5 ottobre scorso quando marito e moglie, discutendo della loro imminente separazione (ormai avvenuta visto che i due non abitano più sotto lo stesso tetto da qualche mese), si erano fatti prendere la mano un po' troppo. Prima gli insulti, poi le minacce, fino ad arrivare ad avvertire le forze dell'ordine per mettere fine a quella discussione più che animata.

La telefonata al 112 l'ha fatta la donna, dicendo ai carabinieri che il marito la stava minacciando e aggiungendo che aveva una pistola. In realtà, come scritto in una lettera dalla stessa donna ai militari, la pistola non è mai uscita dalla cassaforte dove il marito la conservava. Ma quando erano intervenuti i militari ormai erano a conoscenza che l'uomo aveva un regolare porto d'armi, e per evitare che un'altra discussione futura potesse degenerare, si erano fatti consegnare l'arma.

A gennaio la Prefettura, informata dei fatti, ha così revocato il porto d'armi al 36enne il quale, non avendo mai estratto la pistola e puntata contro la moglie, ha deciso di fare ricorso al Tar.

“Le leggi in materia di armi sono molto rigorose – spiega l'avvocato Zoccarato – Rilasciare o revocare il porto d'armi lascia poi spazio a un'ampia discrezionalità agli organi competenti. Non ci aspettavamo che il Tar accogliesse il ricorso”. Ora l'arma, se il 36enne non troverà un acquirenti che abbia i requisiti necessari, verrà distrutta. Sempre che non decida di ricorrere al Consiglio di Stato.