Respinge le accuse Enrico Zanardo, uno dei 18 indagati per associazione paramilitare
"INCREDULO E AMAREGGIATO, CON IL MOVIMENTO NON C'ENTRO NULLA"
Il leghista di San Biagio di Callalta chiede di essere interrogato dal pm
SAN BIAGIO DI CALLALTA – (gp) “Sono incredulo e amareggiato. Ma soprattutto non c'entro nulla con il Movimento di Liberazione del Popolo Veneto”. Parola di Enrico Zanardo, uno dei 18 indagati nell'ambito dell'inchiesta ribattezzata “Polisia Veneta 2” raggiunto da un avviso di garanzia per l'ipotesi di reato di associazione paramilitare.
Il giovane, la cui abitazione è stata perquisita dando esito negativo (non sono state rinvenute infatti armi, divise o stemmi di sorta), è il primo dei presunti militanti a discostarsi dai “vertici” del movimento (Sergio Bortotto, il presidente nonchè addetto alla sicurezza dell'Ipermercato Panorama di Villorba, e Paolo Gallina, comandante della polizia locale di Cornuda) e a respingere pubblicamente le accuse mosse a suo carico.
Per farlo si è affidato ai suoi legali, gli avvocati Alessandra Nava e Antonio Pavan, i quali sottolineano come Enrico Zanardo abbia già comunicato al pm Giovanni Valmassoi, titolare dell'inchiesta, la volontà di essere sentito per far emergere, già in fase d'indagine, la sua totale e completa estraneità alla vicenda.
“Enrico è militante leghista nel Comune di San Biagio di Callalta, fa parte di alcune associazioni culturali, della Protezione Civile e coltiva l'interesse per la storia e la filosofia, corso universitario che frequenta all'università Ca' Foscari di Venezia. Non conosceva il Movimento, di cui non ne aveva mai sentito parlare – dicono i legali – Ad aprile 2012, tramite un amico, venne invitato a una riunione in cui si parlava dell'aspetto storico del Veneto. Dopo qualche settimana partecipò a un altro incontro in cui si discusse del Veneto tra il 1797 e il 1805. Vista la sua preparazione che si legge negli interventi che svolse, a Enrico venne chiesto di redigere alcuni contributi di carattere storico. Rischiesta che venne soddisfatta con piacere. A partire da agosto però – sottolineano i legali – Enrico si rende conto che gli ultimi articoli scritti, e il progetto di organizzare una serata con proiezioni di filmati storici sull'immigrazione veneta, non raccolsero il favore del Movimento e perde l'interesse che lo aveva portato ad avvicinarsi. Questo in sintesi – concludono gli avvocati Nava e Pavan – l'apporto che Enrico ha dato al Movimento, nulla più”.
Una prima presa di posizione che potrebbe fare da apripista ad altre prima che le indagini vengano chiuse e il pm formalizzi le accuse e la successiva richiesta di rinvio a giudizio.