Quarto d'Altino, un cliente minacciato con una pistola per un debito di 400 euro
CAMPO NASCONDIGLIO PER LA DROGA POLIZIA ARRESTA DUE PUSHER ALBANESI
MustafĂ e Arber Llubani in cella: spacciavano tra Treviso e Venezia
MARCON - “Ci vediamo a bere un caffè”: era questa la parola d'ordine che veniva utilizzata da due pusher e i loro clienti per concordare l'incontro, in un bar convenuto di Quarto d'Altino per lo scambio della droga. L'acquirente poteva scegliere tra la “roba bianca” o la “roba rossa”, in codice cocaina ed eroina; poi gli spacciatori andavano a prelevarla direttamente in un campo di via Zuccarello, a Marcon, dove era stata precedentemente seppellita. Dopo oltre sei mesi di indagini gli agenti della squadra mobile di Treviso hanno stretto le manette ai polsi a due pusher albanesi che avevano inventato questa particolare tecnica di smercio. In cella due fratelli pregiudicati di 24 e 29 anni, Mustafà ed Arber Llubani: il primo spacciava al dettaglio, l'altro, la vera mente della banda ed il grossista. L'indagine prese avvio quando i due balcanici risiedevano a Treviso, in un appartamento di via Pisa, tra aprile e marzo di quest'anno: dopo qualche mese di trasferirono a Quarto D'Altino. I poliziotti hanno seguito i movimenti di entrambi e sono arrivati a scoprire il campo usato come nascondiglio: qui sono stati trovati nel mese di giugno 80 grammi di cocaina e mezzo kg di eroina. In tutto una trentina i clienti sparsi tra le province di Treviso e Venezia. Tra questi c'è anche un 27enne trevigiano che nel corso delle indagini ha raccontato alla polizia di essere stato minacciato di morte con una pistola per un debito di 400 euro non saldato. I due fratelli pusher sono attualmente rinchiusi nelle carceri di Belluno e Padova. I dettagli dell'operazione del capo della squadra mobile di Treviso, Roberto Della Rocca, alla sua ultima operazione: da lunedì dirigerà lo stesso ufficio presso la Questura di Verona.