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Pomini: "Bisogna adattarsi a livelli di consumi più bassi"
UN NEGOZIO TREVIGIANO SU TRE NON ESCLUDE DI DOVER CHIUDERE
L'osservatorio Ascom: le imprese tengono, ma preoccupa il futuro
TREVISO - Oltre un terzo delle imprese trevigiane del commercio ritiene la chiusura una possibilità estrema, ma concreta “se le cose dovessero continuare così”. Per un altro 36% il rischio esiste, ma a tutt'oggi è remoto e solo il 29% lo esclude del tutto. I dati dell'Osservatorio sui consumi del terzo trimestre 2012, promosso dalla Confcommercio di Treviso rivelano un settore in una fase di stallo di cui non si scorge la fine. Come conferma il curatore della ricerca, il sociologo Vittorio Filippi. Le spese si fanno più morigerate: gli spostamenti in auto sono stati ridotti dal 47% del campione; per le vacanze estive il budget è stato meno ricco dello scorso anno per il 52%; gli acquisti impegnativi di beni durevoli vengono posticipati dal 71% del campione. Per 60% dei clienti e il 53% dei negozianti, il 2013 non porterà significativi cambiamenti. Inutile attendersi un ritorno ai livelli del passato, le stesse imprese dovranno dunque adattarsi ai nuovi modelli di consumo, avverte Guido Pomini, presidente provinciale della Confcommercio.