Nella Marca il settore conta 1.500 imprese e un miliardo di export
LE AZIENDE TREVIGIANE DELLA MODA CONTRO IL NO DELLA UE AL "MADE IN"
Bottoli (Unindustria): "Decisione che mette a rischio un intero comparto"
TREVISO - Il Gruppo Sistema Moda di Unindustria Treviso si unisce alla protesta crescente dopo il no della Commissione Europea della proposta di regolamentazione del ‘Made in’. “Purtroppo – dichiara il presidente Roberto Bottoli – , si tratta di una nuova conferma sia del prevalere in ambito comunitario degli interessi commerciali sugli interessi produttivi ed occupazionali, sia della scarsa considerazione attribuita dalla Politica al manifatturiero che si realizza soprattutto nella piccola e media impresa". Il made in Italy del sistema moda vale da solo l’11% del pil ed il 15% del saldo commerciale. Il settore occupa 600mila persone (e 450mila nel commercio). In Veneto operano 23mila imprese tra industriali, artigiane e commerciali, Treviso ne conta ben 1.500 con 16mila occupati e oltre un miliardo di euro di valore dell’export.
“E’ un settore che resiste – continua Roberto Bottoli - nonostante la dissennata e perdurante apertura incondizionata alle importazioni da Paesi spesso privi d’etica del lavoro e di controlli qualitativi, nonostante una tassazione record che non lascia margini per gli investimenti, nonostante i costi di una burocrazia asfissiante ed uno Stato ostile e vessatorio. Ma è un patrimonio che stiamo disperdendo, anche a causa della mancata obbligatorietà del ‘Made in’. Tutti gli Stati (dagli Usa alla Cina) regolamentano le importazioni con severi controlli e dazi (anche del 70% il Brasile e il 40% la Turchia) per salvaguardare le imprese nazionali; invece l’Europa sacrifica il lavoro dei propri cittadini sottoponendoli all’invasione di prodotti a basso prezzo, esponendoci anche al rischio dell’illegalità, del dumping e della contraffazione”.