Gli agricoltori chiedono una deroga ai parametri di legge
TOSSINE NEL MAIS, QUASI METÀ DELLA PRODUZIONE TREVIGIANA A RISCHIO
Danni per 50 milioni di euro a causa dell'estate torrida
TREVISO - Quasi metà delle produzione di mais intaccata, una gran parte di questa invendibile sul mercato. Rischiano di assestare un duro colpo all'agricoltura della Marca, le cosiddette aflatossine, tossine cancerogene che si sviluppano nelle pannocchie a seguito dell'attacco di funghi. Secondo la Confagricoltura di Treviso, il danno potrebbe ammontare a quasi 50 milioni di euro. Ad essere coinvolti non solo i coltivatori di mais (con 50mila ettari, la Marca è una delle maggiori provincie produttrici in Veneto), ma anche allevamenti di vacche da latte, bovini, suini, in cui il cereale è una delle principali basi dei mangimi. a favorie la proliferazione delle tossine, l'estate scorsa caratterizzata da siccità e temperature torride. La Confagricoltura, insieme alle altre organizzazioni del comparto, ad eccezione della Coldiretti, ha richiesto alla Regione e al Ministero di innalzare, in via eccezionale, i limiti fissati per legge sulla concentrazione di aflatossine. Il provvedimento riguarderebbe solo il mais destinato all'alimentazione degli animali, non quello trasformato in farine per il consumo umano o per le vacche da latte e, secondo alcuni studi, non avrebbe alcun rischio per la salute. Le soglie stabilite in Italia, del resto, spiegano gli imprenditori agricoli, sono molto rigorose ed anche dopo l'aumento i valori delle tossine rimarrebbero ben al di sotto, ad esempio, delle percentuali comunemente accettate negli Stati Uniti.