Assolto un 19enne dalle accuse di violenza sessuale e sequestro di persona
NON E' VERGINE: PER GIUSTIFICARLO AI GENITORI S'INVENTA UNO STUPRO
In aula emerge che la 16enne aveva già avuto più rapporti sessuali
VALDOBBIADENE – (gp) Aveva raccontato ai genitori di essere stata violentata da un ragazzo appena maggiorenne dopo essere stata sequestrata per tre giorni a Valdobbiadene. Ma la 16enne all'epoca dei fatti, risalenti allo scorso anno, avrebbe avuto soltanto paura della reazione di padre e madre alla notizia di non essere più vergine. I genitori, sentita la versione dei fatti della loro figlia, avevano presentato una denuncia ai carabinieri di Treviso che avevano avviato le indagini. Finito di fronte al gup Elena Rossi per rispondere di violenza sessuale su minore e sequestro di persona, il giovane marocchino, difeso dall'avvocato Fabio Venturino, è stato assolto con formula dubitativa dopo che una seconda verità sarebbe venuta a galla dopo l'incidente probatorio in cui venne ascoltata la giovane vittima e poi nel corso dell'udienza preliminare. Già in fase d'indagine gli investigatori avrebbero trovato sul profilo Facebook della 16enne diversi messaggi scambiati con le amiche in cui raccontava di aver avuto già rapporti sessuali completi con due ragazzi prima di averli anche con l'imputato. In più avrebbe addirittura ammesso di essere rimasta incinta e di aver abortito chimicamente, grazie all'aiuto di un'amica maggiorenne, assumendo la pillola Ru486. Circostanze che hanno minato, e non di poco, la versione resa dalla giovane agli inquirenti. Nel corso dell'incidente probatorio poi le contraddizioni e i punti oscuri nel racconto della 16enne sarebbero stati diversi. A cominciare dal fatto che avrebbe dichiarato inizialmente che l'imputato l'avrebbe segregata in casa e che non c'era la possibilità di uscire quando in realtà l'appartamento a Valdobbiadene era al primo piano e le finestre non erano sbarrate. La giovane avrebbe poi sempre avuto nella propria disponibilità il cellulare. Per non bastare l'imputato non solo avrebbe detto che non ci sarebbe stato nessun rapporto sessuale, ma avrebbe respinto ogni accusa in merito al sequestro. Il sospetto della difesa era che la giovane avesse inventato tutto per giustificare la perdita della verginità e per non subire l'ira dei genitori per i suoi comportamenti troppo occidentali. Sospetto avvalorato dal giudice che ha prosciolto l'imputato.