A giugno ripartirà il processo a carico dei quattro soci della ditta di Zero Branco
EVASIONE MILIONARIA: RINVIATI A GIUDIZIO I VERTICI DELLA OLEARIA
Per la procura sarebbero state emesse fatture false per 40 milioni
ZERO BRANCO - (gp) Secondo rinvio a giudizio per i verti dell'Olearia. Dopo che lo scorso 3 ottobre il giudice Gioacchino Termini, accogliendo un'eccezione della difesa degli imputati rappresentata dagli avvocati Fabrizio Santoro e Pietro Barolo, aveva disposto il rinvio degli atti al pm per riformulare il capo d'imputazione considerato non corretto in quanto non descriveva nel dettaglio le diverse contestazioni, gli imputati sono tornati di fronte al gup Umberto Donà il quale ha fissato l'inizio del nuovo processo al prossimo 5 giugno. Alla sbarra per un'evasione fiscale contestata da quasi 40 milioni di euro ci saranno il rappresentante legale della ditta di Zero Branco che si occupa di commercio di bancali e i suoi tre soci, ovvero Gianni, Gianna, Gino e Loris Zanellato. Secondo l'accusa dal 2004 al 2010 sarebbero state emesse fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per 29 milioni di euro e soggettivamente inesistenti per altri 11. Il caso era stato reso noto dalla Guardia di Finanza di Treviso che aveva individuato una presunta frode milionaria che aveva portato anche alla denuncia a piede libero di altre 29 persone e 15 società in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna oltre che in Polonia e in Ungheria: si sarebbe trattato per lo più di società cartiere che soltanto virtualmente avrebbero rivenduto alla ditta trevigiana dei pallet. Stando alle indagini delle fiamme gialle a incastrare la ditta di Zero Branco sarebbero state le analisi dei cronotachigrafi dei camion utilizzati per il trasporto dei bancali: in base alla documentazione i pallet si sarebbero dovuti spostare per centinaia di km, in realtà arrivavano a Zero Branco da società estere o da camionisti compiacenti. Il tutto avrebbe permesso alla ditta di non versare le imposte dirette e di ottenere così i rimborsi Iva. Una frode complessa che aveva portato la guardia di finanza di Treviso a sequestrare 3795 bancali in legno contraffatti riportanti i marchi “Eur” ed “Epal” oltre a 36 timbri a fuoco prodotti illegalmente. Secondo la difesa degli imputati, che in udienza preliminare avevano chiesto il non luogo a procedere per i loro assistiti in quanto le indagini della guardia di finanza avrebbero smentito le contestazioni della procura, le operazioni della “Olearia” erano regolari. “Non abbiamo chiesto riti alternativi perchè dimostreremo a processo l'estraneità degli imputati ai fatti contestati – ha dichiarato l'avvocato Fabrizio Santoro – Porteremo in aula perizie e testimonianze che scagionano completamente la ditta Olearia da qualsiasi accusa”.