Giudicato con rito abbreviato un 23enne magrebino di Vittorio Veneto
STUPRA LA SUOCERA E PICCHIA IL SUOCERO: CONDANNATO A 5 ANNI
L'episodio risale ad agosto: il giovane resta in carcere a Pordenone
VITTORIO VENETO – (gp) Avrebbe stuprato la suocera, bruciato il letto in cui si sarebbe consumata la violenza, litigato con il suocero, sottratto a entrambi le fedi nuziali, sarebbe poi finito all'ospedale con un taglio alla mano e avrebbe dato in escandescenze quando i sanitari chiamarono i carabinieri per calmarlo. Condotte che sono costate una condanna a cinque anni di reclusione con rito abbreviato, con tanto di sconto quindi di un terzo della pena, a un 23enne magrebino residente a Vittorio Veneto. Il giovane, nell'agosto scorso, era stato arrestato proprio nella casa dei suoceri con le accuse di violenza sessuale, lesioni personali, rapina, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Il 23enne, in sede di interrogatorio di convalida, aveva respinto le accuse, negando la violenza e parlando di un rapporto consenziente. Circostanza che non gli aveva evitato di rimanere dietro le sbarre. Il quadro aveva molti lati oscuri, come aveva lasciato intendere la difesa del giovane. Cosa fosse realmente accaduto all'interno delle mura domestiche lo si è saputo al termine delle indagini. Inizialmente gli inquirenti avevano qualche dubbio: camicetta e reggiseno della vittima erano stati slacciati e non strappati, come le mutandine. A finire in ospedale era stato soltanto l'arrestato e non il suocero. In più la benzina per dare fuoco al letto sarebbe stata portata all'interno dell'appartamento dalla figlia della vittima e compagna del 23enne. E infine non si sa dove siano finite le due fedi nuziali. Assolto dal giudice per il reato di rapina, il 23enne è stato comunque riconosciuto colpevole di tutti gli altri reati.