L'annuncio è dell'avvocato Stefano Pietrobon, legale della piccola vittima
"SE L'ORCO DI SANTA LUCIA NON PAGA FAREMO CAUSA ALLO STATO"
Passata in giudicato la condanna a otto anni per Mbaruk Sscuk
SANTA LUCIA DI PIAVE - (gp) “Se il responsabile non sarà in grado di risarcire di tasca sua, faremo causa allo Stato perchè paghi alla mia assistita quanto le spetta”. Ad affermarlo è l'avvocato Stefano Pietrobon a margine della decisione della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dall'orco di Santa Lucia di Piave, rendendo definitiva non solo la condanna a otto anni di reclusione per violenza sessuale su minore, ma anche confermando il risarcimento di 125 mila euro che l'uomo deve versare alla bambina di appena 10 anni (ora 15enne) su cui ha sfogato i suoi istinti sessuali. Il legale di parte civile ha infatti intenzione, se si vedrà costretto, a presentare il conto allo Stato italiano reo di non aver recepito la direttiva europea che impone di istituire un fondo per aiutare economicamente le vittime (e i loro familiari) di crimini violenti volontari nei casi in cui il condannato non sia in grado di risarcire il danno. Di certo al momento c'è che la pena inflitta dalla Corte d'Appello di Venezia a Mbaruk Sscuk, clandestino marocchino di 27 anni, è passata in giudicato. L'uomo, il pomeriggio del 22 aprile del 2008, aveva abusato della ragazzina (sua vicina di pianerottolo) nella cucina del suo appartamento, dopo averla convinta a seguirlo mentre la piccola giocava in un parchetto vicino a casa a Santa Lucia di Piave. L'uomo era ospite di alcuni amici residenti nello stesso palazzo della bimba. Quella stessa sera venne arrestato, ma poi rilasciato con il decreto di espulsione dall'Italia dai carabinieri di Susegana e Conegliano che avevano fermato alcuni sospettati per la violenza. Solo venti giorni più tardi i risultati delle analisi sul dna trovato addosso alla ragazzina confermarono che quello di Mbaruck Sscuk era lo stesso dello stupratore. I carabinieri di Treviso, nel giro di un paio di giorni, riuscirono a individuarlo a Carzago Riviera, in provincia di Brescia, a stringergli le manette ai polsi e ad assicurarlo alla giustizia. Giustizia che ora chiede anche la vittima delle sue condotte criminali.