Giudicato con rito abbreviato Danilo Cappelletto, 43enne di San Giorgio in Bosco
RAPINATORE A CAUSA DELLA CRISI: CONDANNATO A UN ANNO E MEZZO
In manette per un colpo alla Popolare di Vicenza a Castelfranco
CASTELFRANCO VENETO – (gp) In sede di interrogatorio di convalida aveva ammesso tutto dicendo di essere stato costretto a farlo a causa dei debiti contratti con le banche (circa 40 mila euro) e del fatto di non riuscire a trovare lavoro da più di un anno. Condotta tenuta in considerazione dal gup Elena Rossi e che ha permesso all'imputato di contenere la pena, già diminuita di un terzo in virtù del rito abbreviato, al momento della condanna. Finito alla sbarra per tentata rapina, il 43enne di San Giorgio in Bosco Danilo Cappelletto, difeso dall'avvocato Alessandra Nava, è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione, ottenendo la sospensione condizionale della pena e la modifica della misura cautelare, passata dagli arresti domiciliari al solo obbligo di firma. L'uomo era stato arrestato nel settembre scorso dopo aver tentato di rapinare la filiale della Banca Popolare di Vicenza di via Brenta a Castelfranco Veneto. Cappelletto, che era già finito in galera nel 2003 sempre per rapina in seguito a due colpi messi a segno a Vicenza e a Venezia, era entrato in banca a volto scoperto calzando solo un paio di occhiali da sole, e aveva posato sul bancone uno strano pacco. “Qui dentro c'è una bomba, dammi i soldi” aveva detto alla donna allo sportello la quale, sentite quelle parole, rimase impietrita. Le uniche parole che riuscì a pronunciare furono che la cassa era a tempo e che non c'era modo di aprirla subito. Una reazione che spinse Cappelletto a uscire dalla banca senza un soldo e a darsi alla fuga in sella a un Honda Custom. Le telecamere interne dell'istituto di credito lo avevano però immortalato e, lanciato l'allarme, i carabinieri erano riusciti a fermarlo una decina di minuti più tardi lungo la circonvallazione est. Nel pacco non c'era nessuna bomba, ma un semplice servizio di bicchieri.