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L'intervista al regista padovano Emilio Briguglio
IL LEGAME TRA HEMINGWAY E IL VENETO IN UN FILM
Dieci location venete per la docufiction "My name is Ernest"
TREVISO - Giovane, coraggioso ed aspirante scrittore. Quando Ernest Hemingway arriva per la prima volta in Italia è per prender parte alla Grande Guerra. Per questo nel 1918 si impegna come volontario della Croce Rossa. Trent'anni dopo, l'Ernest Hemingway che torna a frequentare l'Italia per vacanze e soggiorni di piacere, è uno scrittore all'apice del successo, già autore di alcuni dei romanzi più importanti del '900.
Il legame tra il celebre scrittore americano e la nostra terra viene ora raccontato nel film “My name is Ernest – Hemingway e l’Italia” del regista Emilio Briguglio, ospite a Buongiorno Veneto Uno. La pellicola, annunciata in occasione della Mostra del cinema di Venezia e ora in fase di montaggio, è stata girata nei mesi di ottobre e novembre fra le trincee di Nervesa della Battaglia e Fossalta di Piave, all'Harry's Bar di Venezia, e in molte altre location venete dove lo scrittore soggiornò: Caorle, Chioggia, Torre di Mosto, Padova, Abano Terme, Verona.
Ai nostri microfoni Briguglio spiega come nasce il lungometraggio che, combinando una parte più documentaristica con una più prettamente cinematografica, intende raccontare le avventure e le passioni del grande autore americano mettendo l'accento non tanto sulla sua condotta estrosa e sregolata ma soprattutto sulla purezza del suo genio. Così il regista ricostruisce i due macro-periodi italiani di Hemingway, segnati anche da importanti amori: il primo, grande, per l'infermiera Agnès, e trentanni dopo quello più “scandaloso” per la contessa triestina Adriana Ivancich.
L'espediente cinematografico per unire le due esperienze? Ce lo rivela in anteprima il regista stesso: “Un bambino che guarda se stesso, uno spiritello che cerca di plasmare la figura dello scrittore. Perché lo scrittore è sempre un bambino, lo diceva lui stesso in molti suoi capolavori.” Un modo originale per innovare la resa cinematografica che si accompagna anche a una ricerca di poesia e suggestione. Che si declina nelle scelte di non rappresentare il personaggio di Hemingway attraverso un attore, “se non di spalle” e di far condurre la narrazione da una voce che reciterà i passi del premio Nobel per la letteratura.
Il film , prodotto da Venice Film Production, in collaborazione con Regione del Veneto, Treviso Film Commission e RunningTv International, conta nel suo cast della partecipazione di Stefano Scandaletti, Anita Kravos, Giorgio Careccia, Eleonora Bolla, Vasco Mirandola, Sara Lazzaro, Gaetano Rampin, Alessandro Bressanello, Maximiliano H. Bruno, Diego Pagotto, Daniela Foa’, Carla Stella, Lorenzo Felisatti, Marco La Ferla.
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