La Corte d'Appello di Venezia ha confermato la sentenza di primo grado
GENTILINI CONDANNATO PER ISTIGAZIONE ALL'ODIO RAZZIALE
Sotto accusa alcune frasi pronunciate nel 2008 alla festa della Lega
VENEZIA – Giancarlo Gentilini condannato per istigazione all’odio razziale. Confermando la sentenza di primo grado pronunciata nell'ottobre del 2009, la Corte d'Appello di Venezia ha inflitto allo sceriffo una multa di 4 mila euro e il divieto die partecipare a comizi politici per tre anni, concedendo al candidato sindaco della Lega Nord la sospensione condizionale della pena. Gentilini era finito di fronte al giudice per rispondere, come recita il codice penale, del reato di istigazione a commettere atti di discriminazione razziale. I fatti contestati risalgono al 14 settembre 2008 quando a Venezia, nel corso di un suo intervento alla festa dei popoli padani, avrebbe detto - e citiamo testualmente dagli atti processuali - di voler “eliminare i campi nomadi, eliminare dalle strade quei bambini che vanno a rubare in casa degli anziani” e di volere “una rivoluzione contro chi vuole aprire moschee e tempi islamici” sostenendo inoltre di essere pronto “ad aprire una fabbrica di tappeti per regalarli agli islamici perché vadano a pregare nel deserto e non a casa nostra”.
La magistratura veneziana, dopo essere venuta a conoscenza della notizia di reato, aveva autonomamente avviato accertamenti sul caso affidando alla Digos lagunare di verificare quanto realmente dichiarato da Gentilini sul palco della festa dei popoli padani.