L'allarme dei sindacati: "Nessuno parla del problema lavoro"
"BLOCCARE L'AEROPORTO, GRAVE RISCHIO PER L'OCCUPAZIONE"
Nell'indotto dello scalo Canova lavorano quasi 600 addetti
TREVISO - Nel decidere del futuro dell'aeroporto di Treviso non può essere trascurato l'aspetto del lavoro e dell'occupazione. E' l'appello che arriva dai sindacati, riguardo alla diatriba che si trascina ormai da mesi, sullo sforamento del numero di voli e sul possibile trasferimento di parte dell'attività al Marco Polo di Venezia. Il Canova conta 150 dipendenti diretti, più altri 450 lavoratori gravitano nell'indotto, dai trasporti, agli autonoleggi, alla ristorazione. “Il sistema aeroportuale è una delle pochissime aziende che hanno assunto in questi ultimi anni – ribadisce Vittorio Bertocco, della Filt Cgil-. Chi predica lo stop ai voli e lo spostamento a Venezia, si assume una grande responsabilità”. Inoltre, i rappresentanti dei lavoratori ricordano, come nel numero complessivo di movimenti, siano conteggiati anche decolli ed atterraggi degli aerei privati da diporto, non di linea. “Le normative vanno rispettate al cento per cento, ci mancherebbe – sottolinea Bertocco -. Ma sarebbe irresponsabile perdere un bene dell'economia pubblica come l'aeroporto. Nella questione, si parla di tutto, tranne che dei lavoratori: questo non è accettabile”.
Intanto l'amministratore delegato di Save - AerTre, Paolo Simioni, ha annunciato la firma sul rinnovo della concessione quarantennale da parte del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, poco prima di passare le consegne al nuovo governo Letta. Scaduta da oltre un anno la vecchia concessione, finora la gestione del Canova avveniva in regime di proroga. Ora, però, fanno sapere da Save, per l'autorizzazione ufficiale dovrebbe essere questione di giorni, dopo una verifica formale alla Corte dei Conti. E tempi brevi sono annunciati anche per il passaggio alla seconda categoria, classificazione per gli atterraggi con visibilità ridotta: pista e impianti dello scalo sono stati adeguati, manca l'ok del ministero della Difesa. Il doppio via libera dovrebbe rendere operativo il piano di investimenti da 130 milioni previsto da Save, che stima di poter dar lavoro, da qui al 2030 a quasi 5mila persone.