Depositate le motivazioni della sentenza d'appello per lo stupro di via Dandolo
"ZULUAGA HA UN ELEVATISSIMO PROFILO DI PERICOLOSITÀ SPECIFICA"
Il 28enne colombiano condannato a sette anni e quattro mesi di carcere
TREVISO - (gp) Julio Cesar Zuluaga Aguirre ha “un elevatissimo profilo di pericolosità specifica che impone l'adozione di una pena che ne consenta la sottoposizione a un lungo periodo di osservazione penitenziaria”. E' solo un passaggio delle 11 pagine di motivazioni della sentenza d'appello per lo sturpo di via Dandolo che ha confermato per il 28enne colombiano la pena di sette anni e quattro mesi di reclusione. I giudici veneziani, giudicando “infondati” i motivi del ricorso in secondo grado, scrivono che a differenza di quanto sostenuto dall'avvocato Carlo Cianci, difensore di Zuluaga, che avrebbe “attaccato pretestuosamente ampi passi del racconto della giovane vittima”, la versione di Anna (nome di fantasia per la studentessa 21enne stuprata il 24 ottobre 2011) è “totalmente credibile” e “lo stato di shock non ha pregiudicato la precisione dei suoi ricordi”. In merito a uno dei motivi fondati del ricorso in appello, ovvero il tentativo di cancellare l'aggravante dell'uso di un'arma in quanto il famigerato coltello non è mai stato trovato, la corte d'appello di Venezia dice che “l'uso di uno strumento pericoloso ai danni della vittima trova riscontro nel referto medico in cui si attesta la presenza di un'escoriazione a livello sacrale e di cute arrossata in regime sottomandibolare”. In altre parole non ci sono dubbi, anche grazie alle fotografie del collo della vittima, che qualcosa di appuntito sia stato usato da Zuluaga ed è “irrilevante che la persona offesa non abbia potuto vedere l'oggetto appuntito”. Senza entrare nei dettagli dell'atto sessuale, descritti nelle motivazioni per sottolineare la gravità del fatto, i giudici si soffermano anche sulla condotta tenuta da Zuluaga dopo essere stato arrestato: “Non emerge che nel periodo di detenzione l'imputato si sia attivato in qualsiasi modo per riparare il danno, anche in maniera simbolica”. Definendo poi Zuluaga come una persona che si comportava in maniera “rissosa e aggressiva”, i giudici hanno deciso che non meritava nessuno sconto di pena.