Il re del caffè si difende dopo l'uscita dalla trattativa per comprare il Treviso
PARLA ZANETTI: "L'OFFERTA L'HO FATTA, LA COSCIENZA È A POSTO"
E aggiunge "Magari poi finisce che il Treviso me lo compro..."
TREVISO - Si fa ancora un gran parlare della situazione del Calcio Treviso e, soprattutto, del ritiro di Massimo Zanetti dalla trattativa per l'acquisizione della società. In questo momento, in assenza di altri compratori, sembra che la situazione del club biancoceleste sia alquanto precaria. Zanetti ora spiega le sue ragioni smentendo alcune affermazioni a lui attribuite. "Dopo aver fatto guardare i conti dai nostri professionisti e aver delegato il dottor Baraldi a seguire la faccenda, abbiamo fatto un’offerta, che non è stata accettata. A quel punto ci siamo ritirati. Un comportamento lineare, perfetto. Riguardo il mio discorso in piazza Borsa, io non ho mai detto che avrei comprato il Treviso, ma che me ne sarei occupato, citando De Longhi nel basket, come in effetti ho fatto. Non capisco poi perché dovrei essere io a risolvere tutti i problemi, c’è tanta altra gente." La vostra offerta a quanto ammontava? "Non sono tenuto a dirlo (sembra non superiore a 500 mila euro ndr). Io il Treviso l’ho salvato già tre volte, l’avrei fatto anche stavolta, però ho delle aziende con 4 mila dipendenti, sono una persona responsabile e la situazione del Treviso era di una certa drammaticità. Ho detto però che potrei fare da sponsor, sono disposto a dare ancora dei soldi." Non si può sponsorizzare un club che sta per sparire. "E io cosa devo fare? Rimediare ad un disastro fatto da altri? Per ogni problema si crede che ci sia Zanetti a risolverlo. Perché non i guai non li risolve Manildo?" Perché non fu Manildo a convocare la stampa al bar Borsa a due giorni dalle elezioni. "E infatti io l’offerta l’ho presentata: non l’hanno accettata, che ci posso fare? Ad ogni modo non ho ancora deciso, può anche darsi che lo compri alla fine, il Treviso. E la politica non c’entra."