Sentenza pilota che rende nulli i provvedimenti della questura di Treviso
IL TEXAS HOLD'EM NON È UN GIOCO D'AZZARDO: ASSOLTO DANILO CIETTO
Nel febbraio 2010 il blitz della Polizia: 32 giocatori divisi in 3 tavoli
POVEGLIANO – (gp) Una sentenza che farà scuola perchè è la prima in Italia: il texas hold'em non è un gioco d'azzardo e di conseguenza è nulla la norma che ne vieta la pratica all'interno dei circoli. Motivo per cui il giudice Michele Vitale ha assolto con formula piena Danilo Cietto, 51enne di Volpago del Montello, finito sotto processo non solo per l'accusa di gioco d'azzardo, ma anche per il reato di inosservanza di un provvedimento delle autorità. Il titolare del circolo “All Stars” di Camalò di Povegliano, per l'accusa avrebbe continuato a organizzare tornei di texas hold'em senza rispettare l'ordinanza emanata dall'ex questore Carmine Damiano nel novembre del 2009 che lo aveva inserito nella lista dei giochi clandestini. Nel febbraio 2010 era scattato il blitz: due volanti della polizia, accompagnate dagli uomini della squadra mobile e della scientifica, in possesso di un mandato di perquisizione firmato dalla procura di Treviso, avevano fatto irruzione nel locale all'una e mezza di notte sorprendendo 32 giocatori, divisi in tre tavoli intenti a giocare a poker in un vero e proprio torneo a eliminazione, e la figlia 14enne del titolare a fare da dealer. Le forze dell'ordine avevano sequestrato carte, fisches, documenti in cui venivano annotati i partecipanti ai tornei e i nomi dei soci, oltre a 1600 euro in contanti. “Il poker Texas hold’em non è un gioco d’azzardo – ha sempre sostenuto l'avvocato Christian Menegon, il legale di Cietto - e non c’è alcuna prova del fatto che i giocatori ricevessero premi in denaro, come formulato dall’accusa”. Secondo l’avvocato, infatti, il primo premio (2200 euro) per chi avesse guidato la classifica dopo un certo numero di partite non sarebbe stato in contanti ma sotto forma di un ticket per l’iscrizione a un torneo semi-professionistico al casinò. Il legale ha infatti dimostrato non solo che l'infondatezza dell'accusa del gioco d'azzardo, ma ha spinto il giudice a colmare un vuoto legislativo che aveva permesso di far rientrare il texas hold'em tra i giochi clandestini.