Riconosciuto dalla Prefettura, avrĂ poteri di agente di pubblica sicurezza
IL PROSECCO DOC HA IL SUO AGENTE VIGILATORE: PRIMO NEL VENETO
Andrea Battistella (Consorzio di tutela) cercherĂ abusi e irregolaritĂ
TREVISO - Contro i furbetti del Prosecco, ecco l'agente vigilatore del Consorzio di tutela della Doc. Primo in Veneto, Andrea Battistella ha ricevuto dalla Prefettura, su istanza del ministero delle Politiche agricole, la qualifica di agente di pubblica sicurezza. E' il primo nel Veneto nel settore vitivinicolo. Il suo compito sarà quello di verificare che le bottiglie in vendita in supermercati, alimentari, enoteche, riportino la corretta etichetta e soprattutto la fascetta sul collo, segno della certificazione ed obbligatoria per legge dal primo gennaio 2012. Bar, ristoranti ed alberghi, invece, non possono servire prosecco alla spina: per il disciplinare della doc, infatti, le bollicine tipiche di Marca possono essere conservate solo in bottiglia, non in fusti. Ma il "controllore" andrà a caccia di varie irregolarità, richiedendo nel caso anche analisi chimiche sul prodotto e segnalando le violazioni - a seconda della natura dell'illecito: amministrativo o penale - all'Ispettorato qualità e repressioni frodi agro-alimentari o alla magistratura per le conseguenti sanzioni. Battistella, 28 anni, è diplomato all'Istituto enologico Cerletti di Conegliano e laureato in Scienze viticole ed enologiche nella sede dell'università di Padova nella scuola trevigiana. Da tre anni collabora con il Consorzio e da febbraio ne è diventato dipendente a tutti gli effetti. L'obiettivo, ribadiscono dall'organismo, non è quello della repressione, ma di diffondere la cultura del prosecco.
“In buona sostanza – precisa il direttore Luca Giavi - il Prosecco Doc per essere venduto o somministrato come tale non può essere alla spina, né in caraffa e, anche se presentato in bottiglia, deve necessariamente riportare in etichetta la dicitura Prosecco Doc. Da parte nostra non si tratta di un atteggiamento di tipo vessatorio e tanto meno vorremmo fosse interpretato come persecutorio. Piuttosto di una lotta portata avanti per tutelare i soprattutto consumatori anche i nostri produttori”.
“In tal senso – sottolinea il presidente Stefano Zanette – chiediamo la collaborazione agli esercenti e agli operatori della filiera per fare sistema, tutti insieme, al fine di proteggere un prodotto diventato risorsa importante che va tesaurizzata a vantaggio dell’intero territorio”.