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L'intervista a Irene Liverani dell'associazione La periferia
PERFORMACE, CONCERTI E WORKSHOP ALLO SCHIUME FESTIVAL
Inizia giovedì 11 luglio al Forte Marghera l'evento sulle arti performative
MESTRE - (ag) Quattro giorni di arti performative a Forte Marghera, per un totale di 14 compagnie di artisti, 11 performance, 5 installazioni, 4 concerti e un laboratorio aperto alla cittadinanza.
Dall’11 al 14 luglio torna lo Schiume Festival, un’iniziativa realizzata dall’associazione Gruppo La periferia con l'Assessorato alle Politiche Giovanili e Pace del Comune di Venezia, nell’ambito dei Piani Locali Giovani - Città Metrolitane, promossi e sostenuti dal Dipartimento della Gioventù – Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Irene Liverani, della direzione artistica del festival, è intervenuta a Garage Music per spiegare i tratti di quest'iniziativa, nata nel 2009 dall'idea di cinque studenti dello IUAV animati dalla necessità di offrire uno spazio di visibilità a progetti sperimentali di artisti emergenti.
L’edizione di quest’anno è dedicata al tema del displacement inteso come spostamento dalla posizione originale, distanziamento, delocalizzazione, disorientamento. Ma anche possibilità di separarsi da un ambiente ostile, capacità di trasformazione delle identità.
Questo tema sarà oggetto di un dibattito aperto durante la giornata conclusiva del festival dove ospiti, artisti e pubblico saranno invitati a ragionare insieme sulle sue declinazioni rispetto a tre ambiti di riferimento (nuove tecnologie e livelli di realtà, risvolti geografico-politici, slittamenti semantici).
Una necessità sentita, quella ricucire lo strappo tra luoghi e collettività, che si esprime nella scelta di riqualificare, attraverso l'arte e la cultura, spazi pubblici inutilizzati, come il Forte Marghera, ma non solo. Perchè i ragazzi dello Schiume Festival hanno deciso di recuperare i materiali di allestimento dei grandi Eventi veneziani giunti a termine, per valorizzare risorse già presenti e creare un’alternativa all’approccio usa-e-getta, che valorizzi il lavoro, il tempo e la cura.
Intervista di Alessandra Ghizzo.
Il programma dell’edizione 2013
Giovedì 11
Garden, installazione performativa di Ars di Natura che esplora il concetto di giardino inteso come forma d’azione, cura e creazione, lavoro sulle quotidiane invenzioni d’immaginari, strategia di sopravvivenza, come spazio individuale e di condivisione.
We used to be lovers, performance di Volvon / FrancescaCola in cui dieci performer e tre musicisti s’immergono nel paesaggio architettonico creando un concerto cinematografico sull’amore e le sue declinazioni.
Notebook, performance musicale di Neil Luck che opera una traduzione in suono e immagini di frammenti tratti dai quaderni di Richard Foreman da cui risultano una serie di imitazioni, espansioni e azioni fantasma.
Venerdì 12
TraScendere – Concerto sintetico per figure espressive, performance visiva e sonora della compagnia ErosAntEros che, a partire da alfabeti gestuali ancestrali e tecniche di composizione live, offre una riflessione sul concetto di trascendenza.
OHHO/Body Cello, performance musicale di WenChin Fu che esplora il rapporto tra corpo, movimento e suono.
Half Mourning, a cura della compagnia Future Mellon, un’esplorazione performativa di un quartiere periferico di Riga, in Lettonia, nazione che fu vittima dello stalinismo e del nazismo, quasi contemporaneamente.
Sabato 13
To London love me, un progetto di Lowri Jenkins sulla nostalgia, la solitudine e il desiderio di appartenenza di una ragazza a confronto con una grande metropoli.
Laugh and cry, spettacolo di Evangelia Kolyra volto a rivelare il netto confine tra persona pubblica e privata attraverso movimenti ed emozioni contagiose.
Domenica 14
Ebollizione, performance di Irene Russolillo in cui, attraverso un flusso di coscienza fisico- corporeo, emergono gli eterni dualismi mascolino/femmineo ed erotico/nevrotico.
NOTrOM, un progetto di Alberto Fiori e Roberto Dani sulla memoria musicale e sul concetto stesso d’identità e del suo spostamento e sfasamento continuo.
Installazioni permanenti
Marghera Harp, installazione sonora site specific di Jamie Hamilton volta a trasformare gli spazi di Forte Marghera in strumento e, al contempo, ambiente acustico.
Contact Zone, Untitled, Negation, installazione video con cui Isabel Lima presenta la sua ricerca artistica sui temi del colonialismo, dell’immigrazione e della multiculturalità, sviluppati in prospettiva umana e identitaria più che socio-economica.
Magic cookie, installazione fotografica di Wziah che indaga come i risultati delle ricerche Web dipendano da diverse variabili, tra cui la storia stessa dell’esplorazione/esperienza virtuale passata dell’utente.
Un’installazione site specific dell’artista Paperboy.