Una 49enne di San Vendemiano accusata di bancarotta e furto aggravato
DUE PROCESSI IN CINQUE GIORNI PER LA "DIPENDENTE INFEDELE"
In aula per il fallimento della Sicaf e per il buco di 2,5 milioni della Omc
CONEGLIANO - (gp) Due processi distinti. Uno per bancarotta fraudolenta e l'altro per furto aggravato. Ma l'imputata è la stessa e dopo essere comparsa di fronte al collegio del tribunale di Treviso per il primo procedimento penale, lunedì tornerà in aula a Conegliano per l'inizio del secondo. Stiamo parlando di una 49enne di San Vendemiano prima denunciata dai suoi fratelli per aver creato un buco nelle casse dell'azienda di famiglia, la Idrotermica Sicaf di Santa Lucia di Piave, e poi finita sotto accusa in seguito alla denuncia del titolare della Omc di Colle Umberto secondo cui la donna, assunta come addetta ai pagamenti, dal 2010 al 2012 avrebbe speso 2,5 milioni di euro dell'azienda in capi d'abbigliamento griffati. Il processo per il fallimento della Sicaf si avvia alla sentenza di primo grado. I giudici del tribunale di Treviso hanno infatti già stabilito il calendario delle prossime due udienze: il 10 ottobre verrà sentito l'ultimo testimone, il commercialista Marco Gobbo in qualità di consulente di parte, il 31 ottobre invece sarà il giorno della sentenza. In questo processo l'accusa sostiene che la donna, in qualità di amministratrice della Idrotermica Sicaf (dichiarata fallita il 31 gennaio 2007), si sarebbe appropriata di quasi 600 mila euro dell'azienda. Lunedì prossimo, 15 luglio, si aprirà ufficialmente il secondo procedimento penale: in questo caso la donna è accusata di furto aggravato in quanto, per l'accusa, avrebbe sottatto alla Omc di Colle Umberto 2,5 milioni di euro. Avendo a disposizione tutti i codici di e-banking per i pagamenti di "stipendi", "bonifici" e "fatture da ricevere", secondo la Guardia di Finanza avrebbe acquistato abiti di lusso e un'Audi A6 Allroad, dirottando poi sul suo conto corrente personale 110 mila euro.