Tra i clienti anche un imprenditore della moda, smercio nei locali della movida
COCA AD IMPRENDITORI E VIP: IN CELLA PUSHER DELLA TREVISO-BENE
Operaio colombiano 39enne, insospettabile: era il "re del crack"
TREVISO - Franco Antonio Josè Diaz, colombiano di 39 anni e dipendente di un'azienda che si occupa della lavorazione di materie plastiche, era un "cittadino al di sopra di ogni sospetto": viveva e lavorava nella Marca da almeno 15 anni, nessun precedente con la giustizia ed era proprietario di un'abitazione a Villorba, in via Pastro. Dietro questa facciata di normalità, nonostante uno stile di vita agiato, si nascondeva un vero e proprio boss dello smercio di cocaina alla così detta Treviso-bene. Dallo scorso 10 luglio Diaz si trova rinchiuso nel carcere di Santa Bona, arrestato dagli uomini della sezione narcotici della squadra mobile di Treviso. Tra i suoi clienti professionisti, avvocati, imprenditori ma anche ragazzi e ragazze, "figli di papà" della "Treviso che conta" e perfino personalità del mondo della moda: li incontrava solitamente nel centro storico di Treviso e cedeva loro le dosi, spesso a colpi di migliaia di euro. Tra i clienti c'era anche un imprenditore trevigiano molto vicino al mondo della moda e delle sfilate. Il colombiano è stato arrestato dalla polizia mentre stava per raggiungere e rifornire di cocaina il cliente di turno: nella sua abitazione sono stati ritrovati 250 grammi di polvere bianca, 6mila euro in contanti ma anche numerosi telefonini e schede telefoniche, alcune anche straniere. Secondo quanto accertato dalle indagini della squadra mobile i consumatori della cocaina preferiscono sempre di più fumarla sotto forma di crack, "depurandola" prima con l'ammoniaca. Singolare un episodio emerso durante un'ispezione della polizia, a casa di un cliente del pusher: gli agenti hanno sorpreso il gatto del padrone di casa mentre leccava lo stesso piatto su cui era stata sistemata la cocaina prima del blitz. Il micio, nonostante i 16 anni di età, sarebbe in buone condizioni.
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