La Santa Messa è stata celebrata dal fondatore dell'associazione, don Canuto Toso
PER IL RADUNO DEI "TREVISANI NEL MONDO" LA BENEDIZIONE DI PAPA FRANCESCO
Presenti 50 sindaci, il governatore Zaia e migliaia di simpatizzanti
TREVISO - E’ arrivata anche la benedizione di Papa Francesco al 21° raduno dei Trevisani nel Mondo, Memorial Mario De Luca, svoltosi oggi a Pian del Cansiglio, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, di oltre 50 sindaci della Marca, di esponenti di tutte le Istituzioni trevigiane, e dei responsabili dell’Associazione. La benedizione, proveniente direttamente dal Vaticano, è stata letta da Monsignor Liberio Andreatta, presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che ha celebrato la santa messa insieme a Monsignor Canuto Toso, 52 anni di sacerdozio, ma soprattutto ideatore e anima della Trevisani nel Mondo. La benedizione papale prepara il pellegrinaggio e l’udienza con il Santo Padre che si svolgerà a settembre.
Al termine della concelebrazione, e dopo un simpatico fuori programma che ha visto Zaia consegnare una speciale benedizione vaticana alla signora Gasparina Basso, 102 anni e tanti figli e nipoti a farle da corona, il presidente del Veneto ha rivolto un breve indirizzo di saluto alle migliaia di presenti.
“La Trevisani nel Mondo – ha detto – è la migliore testimonianza del nostro modello veneto di integrazione. Uno dei migliori, uno dei più accoglienti e inclusivi. Ci siamo fatti onore in tutti i Paesi in cui siamo immigrati, non riempiendo le carceri, bensì riempiendo le fabbriche col nostro senso del dovere, il nostro sudore, le nostre capacità, il nostro duro lavoro quotidiano. E dobbiamo a quei quasi 5 milioni di emigrati se, grazie alle loro rimesse, si è riusciti a sviluppare nella nostra provincia, uno dei sistemi industriali più forti e innovativi d’Europa”.
Accogliendo le istanze alla solidarietà nei confronti di chi - come tanti anni fa i trevigiani - emigrò per cercare un lavoro e una dignità che Monsignor Andreatta aveva rivolto durante l’omelia, Zaia ha proseguito: “Sono d’accordo, noi trevigiani siamo gente che non dimentica l’antica povertà. Ma, come noi sapemmo integrarci e rispettare le regole delle Nazioni che ci ospitavano, ora noi chiediamo semplicemente che l’immigrazione obbedisca a regole: chi viene per lavorare e mantenere la sua famiglia è bene accetto, chi viene per altri scopi deve trovare la porta sbarrata. Lo dirò anche al Ministro dell’integrazione Cecile Kyenge che vedrò in un dibattito a Cervia il 3 agosto, con la quale mi sono personalmente scusato per le offese che le sono state rivolte, che condanno senza se e senza ma”.
Zaia ha poi riproposto la sua adesione alla campagna del quotidiano Avvenire per la concessione del Nobel per la pace a Lampedusa e ai suoi abitanti: “Che si abbiano idee diverse sull’immigrazione appartiene al confronto democratico, ma che i cittadini di Lampedusa siano vittime di un’Europa sorda e menefreghista, che ha avuto anche il coraggio di sospendere il diritto chiudendo le frontiere qualche anno fa, è sotto gli occhi di tutti. Quindi questa gente merita altro che un Nobel”.