La vicenda di un 29enne di San Pietro di Feletto, "sfrattato" dalla casa provvisoria
COSTRETTO A VIVERE IN UNA TENDA DOPO LA CONDANNA PER STALKING
Il giovane chiede di poter tornare nella sua casa, ma il giudice dice no
SAN PIETRO DI FELETTO - (gp) “Vorrei soltanto poter tornare a casa”. A parlare è I.P., 29 anni di San Pietro di Feletto. La sua vita è cambiata a febbraio, e da quel giorno si è visto prima rinchiudere in carcere per due mesi e dieci giorni, poi colpito dall'obbligo di dimora a Godega Sant'Urbano e infine, dal 30 giugno, costretto a vivere in una tenda perchè “sfrattato” dalla casa in cui abitava provvisoriamente. Ed essendo ancora sottoposto all'obbligo di dimora, non può lasciare Godega Sant'Urbano e non ha un posto dove andare. Disoccupato, non può permettersi un affitto e, a quanto sostiene, i servizi sociali non possono fare nulla. “Non mi sento discriminato – ha detto - ma ho il diritto di avere un tetto sopra la testa”. Il giovane una casa ce l'avrebbe già, a San Pietro di Feletto. Ma non ci può andare per la vicenda giudiziaria che lo vede protagonista. Ad agosto è stato infatti condannato a due anni e sei mesi per stalking. Vittima delle presunte persecuzioni la sua ex compagna, e anche sua vicina di casa, un'impiegata di 43 anni. Il giudice, proprio per la particolarità della vicenda, si è visto costretto ad allontanare il giovane dalla ex. Non avendo da subito un posto dove andare a vivere, il 29enne è rimasto in carcere più di due mesi. “Ho vissuto malissimo quel periodo – dice – Stavo sempre male, aveva irritazioni sul corpo e vomito. Piangevo ogni giorno perchè non capivo cosa stesse succedendo”. Una volta trovato alloggio, è uscito di carcere, ed è iniziata l'altra odissea. “Ora vivo in una tenda e vorrei soltanto tornare a fare la vita che facevo prima”. Un sogno che potrebbe realizzarsi a breve, anche a fronte della richiesta che il suo legale ha già presentato al giudice.