Ristretta in casa per aver rubato nel bar dove lavorava, tenta di farla finita
EVADE DAGLI ARRESTI DOMICILIARI PER UCCIDERSI: 24ENNE IN AULA
Salvata e di nuovo arrestata per aver violato la custodia cautelare
SUSEGANA - (gp) Messa agli arresti domiciliari per aver rubato nel bar dove lavorava, esce di casa in preda alla disperazione per farla finita ma viene salvata e finisce a processo per evasione. In sintesi è la parabola che vede come protagonista una ragazza di 24 anni di Susegana, ieri mattina comparsa di fronte al giudice Michele Vitale. Se da un lato l'accusa di evasione rimane in piedi, dall'altro quella per furto potrebbe cadere visto che i titolari del bar Pulit di via 18 giugno a Colfosco sembrano orientati a ritirare la querela. Motivo per cui l'udienza è stata rinviata a metà novembre per permettere alle parti di trovare un accordo. Difesa in aula dall'avvocato Franco Romano, la giovane, stando alla ricostruzione degli inquirenti, nel maggio scorso sarebbe stata sorpresa dai carabinieri di Susegana mentre sottraeva dalla cassa del bar 270 euro in contanti e 30 euro in ricariche telefoniche. Le banconote erano state segnate per cui non c'era dubbio sul fatto che fosse stata proprio lei a prenderle. La dipendente era stata così arrestata e poi messa agli arresti domiciliari. Ma dentro quelle mura c'è rimasta soltanto poco più di un'ora. Colta dalla disperazione per quanto aveva fatto e per essere stata scoperta, decise di uscire, mettersi alla guida e dirigersi verso il Piave. Sembrava volesse uccidersi, vista la telefonata al suo ragazzo in cui avrebbe detto: “Ora vado in paradiso”. Fu lui ad avvertire i carabinieri che la rintracciarono scongiurando il peggio. Per lei scattò però nuovamente l'arresto per evasione e il processo per direttissima, poi riunito con quello conseguente al furto nel bar.