Capannoni, auto e barche, se venduti tutti all'asta, non arriverebbero a 40 milioni
SCANDALO NES: TUTTI I BENI SOTTO SEQUESTRO NON COPRONO IL BUCO
Il procuratore Dalla Costa: "I morti purtroppo li conteremo alla fine"
TREVISO – (gp) Lo scandalo North East Services, che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati per appropriazione indebita aggravata del presidente Luigi Compiano e del responsabile delle sale conta Massimo Schiavon, riserverà ancora delle sorprese. A cominciare dal buco di 40 milioni di euro che, stando a quanto presumono gli inquirenti, si allargherà quasi certamente non appena verranno terminati i conteggi e tutti coloro che hanno depositato denaro nel caveau di via Belvedere a Silea andranno a battere cassa. “I morti purtroppo li conteremo alla fine” ha dichiarato il procuratore capo di Treviso Michele Dalla Costa, che ha pure sottolineato come il sequestro probatorio dei 4 capannoni della Compiano, dei 400 veicoli e delle 70 barche a disposizione della società con ogni probabilità non riuscirà a coprire gli ammanchi. Nel senso che nel caso in cui i beni venissero messi all'asta e si riuscisse a venderli tutti, dal primo all'ultimo, la cifra ottenuta tenderebbe comunque a essere minore rispetto ai 40 milioni attuali di buco. Nel frattempo le indagini continuano, in attesa che Luigi Compiano venga interrogato dal pm Massimo De Bortoli. Incontro che dovrebbe avvenire giovedì mattina ma che probabilmente slitterà. Massimo Schiavon, sentito dal pm lo scorso venerdì, ha già dichiarato al magistrato di non aver mai preso denaro dal caveau della Nes, riversando di fatto le possibili colpe su Luigi Compiano. Di certo c'è che i soldi sono usciti dal caveau in cui soltanto i due manager avevano accesso e che gli ingressi di denaro sono videoregistrati e archiviati: tutte le operazioni di conta nelle sale della Nes venivano infatti riprese a tutela sia della società che prendeva in deposito i soldi sia a garanzia di coloro che li versavano.
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