Treviso, 8mila saranno inviate alla Boldrini ma non le loro: "Forse diamo fastidio"
FIRME CONTRO IL FEMMINICIDIO GUERRA TRA ASSOCIAZIONI
Le "Very bastard inside" ne raccolgono 3600: non vengono accettate
TREVISO - (nc) Il femminicidio è un tema che dovrebbe unire le donne, in un fronte comune, ma perfino su un tema di grande attualità come questo, a Treviso, rischia di consumarsi una frattura tra le associazioni che si sono occupate nei mesi scorsi di raccogliere le firme da presentare proprio per sostenere una legge contro il femminicidio. Sono state 8mila le firme raccolte con il supporto della commissione pari opportunità, le sigle sindacali, la provincia e Impresa donna di Cna. Ad avviare una raccolta del tutto simile era stata, sempre nel corso dell'estate, anche un'altra associazione trevigiana, la “Very bastard Inside” che è riuscita a raccogliere altre 3.600 firme. La logica vorrebbe che anche queste andassero a confluire alle 8mila già pronte per essere presentate al presidente della Camera Laura Boldrini. Già, la logica. Le firme delle “Vbi”, come amano farsi chiamare, non sarebbero invece state prese in considerazione, malgrado la proposta di “unire le forze” più volte avanzata della presidentessa dell'associazione femminile, Nicoletta Bettiol. Oggi, presso la sede della provincia, è in programma una conferenza stampa in cui si parlerà proprio delle firme raccolte per una legge contro il femminicidio. Oltre al presidente della provincia, Leonardo Muraro, saranno presenti anche la presidente della commissione pari opportunità, Antonella Giusti, la consigliera provinciale di parità, Stefania Barbieri e MariaRosa Battan, coordinatrice di Cna impresa donna. Il mancato invito non è certamente andato giù a Nicoletta Bettiol e tanto meno alle altre ragazza dell'associazione “Very bastard inside” che oggi porteranno in provincia anche le loro firme che rischierebbero altrimenti di essere state raccolte inutilmente. Perchè questo ostracismo? “Ci è stato detto di metterci tutti in rete ma sono state solo tante belle parole -spiega Nicoletta Bettiol- le commissioni, qualcuno ci ha riferito, sono tutte legate politicamente e noi diamo fastidio”. La petizione delle “Vbi” (inviata, per ora senza riscontro, anche a Regione, provincia, Comune di Treviso e conferenza dei sindaci dell'Ulss9) non riguardava peraltro solo il femminicidio ma anche la creazione di una casa protetta per accogliere le donne vittime di violenza: una struttura che è assente dalla dismissione, nel febbraio 2012, della “Casa di Awa”, a Mogliano.