La denuncia: "Il caso di Treviso è solo la punta dell'iceberg"
"LA MIA VITA VALE 51MILA EURO": LA DISPERAZIONE DEGLI ADDETTI NES
Questo l'importo in caso di morte sul lavoro per le guardie giurate
TREVISO - “La mia vita vale 51mila euro”. In piazza dei Signori va in scena la rabbia e la frustrazione dei lavoratori della Nes: il riferimento monetario è all'importo che la famiglia di ogni addetto del trasporto valori riceverebbe dall'assicurazione in caso di morte sul lavoro. I vigilantes continuano a chiedersi come sia stato possibile che nessuno degli organi di controllo o gli stessi ispettori delle banche clienti della North East Service abbiano mai effettuato una verifica in tanti anni, non accorgendosi degli ammanchi milionari. “All'estero una cosa del genere non sarebbe mai successa”, è l'amara constatazione che ripetono in molti durante il presidio organizzato davanti al palazzo della Prefettura. Ma lavoratori e sindacati denunciano come nell'intero settore del trasporto valori si operi secondo norme non adeguate, anacronistiche e spesso neppure rispettate: ad esempio, l'obbligo di soli due addetti per i prelevamenti fino a 500mila euro. Così mentre un collega rimane alla guida del furgone blindato, una guardia deve andare da solo a recuperare decine di migliaia di euro da casse continue o persino all'interno di affollati centri commerciali, senza che nessuno gli guardi le spalle.
Intanto sempre più spesso i dipendenti si trovano coinvolti in situazioni spiacevoli: sulle casse continue di una delle aziende servite da Nes, nel Bellunese, sono comparsi cartelli in cui si intima ai vigilantes del gruppo di non effettuare i prelievi. E sempre più clienti, pur avendo ancora contratti in essere, sono venuti in azienda a reclamare chiavi delle casse e sacchi per il denaro.
Crescono anche i timori, in caso gli esuberi diventassero effettivi, per le centinaia di persone che, in una situazione di forte tensione, avrebbero il possesso di un'arma: il prefetto di Treviso, Pietro Signoriello, ha comunque assicurato che, in questa evenienza, oltre al ritiro di pistole e fucili di proprietà della Nes, verrebbero rivisti anche i porto d'armi concessi alle singole guardie giurate.