Tre anni di carcere a un 28enne e quattro anni a un 24enne: vendevano marijuana
SPACCIO A VITTORIO VENETO: DUE CONDANNE E UN RINVIO A GIUDIZIO
A processo a marzo un terzo imputato di 37 anni, al momento irreperibile
VITTORIO VENETO - (gp) Due condanne e un rinvio a giudizio per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. A finire di fronte al gup Silvio Maras, tre ragazzi vittoriesi finiti al centro di un'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Valeria Sanzari. F.E., 28enne di Vittorio Veneto difeso dall'avvocato Ivan Venzo, è stato condannato a tre anni di reclusione mentre J.A.T., 24enne argentino d'origine ma residente da anni a Vittorio Veneto e difeso in aula dall'avvocato Alessandra Nava, è stato condannato invece a quattro anni. Il terzo imputato, M.C. di 37 anni difeso dall'avvocato Fabio Venturino e al momento irreperibile, dovrà affrontare il processo che inizierà a marzo. Per entrambi i condannati il giudice ha disposto, oltre a una multa complessiva di poco superiore ai 25 mila euro, l'interdizione dai pubblici uffici per i prossimi cinque anni. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, i tre imputati si sarebbero resi protagonisti di diverse cessioni di marijuana a giovani e giovanissimi della piazza vittoriese. Al primo, beccato con in casa quasi quattro etti di stupefacente il 31 gennaio del 2012, venivano contestate cessioni dall'ottobre del 2011, quando in pratica venne messo sotto controllo. Anche se nel capo d'imputazione si parla di attività di spaccio precedenti. Modiche quantità a prezzi contenuti, ma pur sempre cessioni. Stesso discorso per il secondo degli imputati: in casa gli inquirenti gli trovarono oltre tre etti e mezzo di marijuana suddivisa in piccoli involucri pronti per essere smerciati. In più sarebbero state documentate diverse cessioni sempre a giovani del paese. Il terzo imputato invece è chiamato a rispondere di qualche cessione a cadenza settimanale tra il settembre 2011 e il gennaio 2012. “Attendo le motivazioni per presentare appello - chiarisce l'avvocato Venzo - perché puntiamo a far riconoscere l'attenuante del modico uso, con conseguenze cancellazione di un terzo della pena”.