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L'intervista al regista Filippo Vendemmiati, presente alla proiezione
"E' STATO MORTO UN RAGAZZO", A ODERZO IL DOCUMENTARIO SUL CASO ALDROVANDI
La vicenda del 18enne ucciso per mano della polizia
ODERZO - “E' stato morto un ragazzo”. Contiene un'evidente stortura grammaticale il titolo del documentario sulla tragica vicenda di Federico Aldrovandi, il diciottenne ucciso a Ferrara nel 2005 per mano della polizia. “In questo errore grammaticale ci sta tutta la descrizione di come casi di questo tipo hanno origine, si sviluppano e muoiono in questo Paese. - ha spiegato ai microfoni di Alessandra Ghizzo il giornalista e regista Filippo Vendemmiati che sarà presente alla proiezione di questa sera, ore 21.00, al cinema teatro Cristallo di Oderzo – All'inizio la morte Federico Aldrovandi era stata imputata ad un malore. Non si poteva dire che era stato ucciso. Chi lo diceva rischiava la querela.”
Sono le 6 di mattina del 25 settembre 2005 quando a Ferrara il diciottenne Federico Aldrovandi giace morto, supino, sull'asfalto di via Ippodromo. Attorno a lui una folla di poliziotti e di personale ospedaliero, che può solo attestarne il decesso.
I giorni successivi i giornali locali sostengono, sulla base delle prime dichiarazioni della polizia, che il ragazzo sia deceduto per un malore. Ma molti elementi non tornano, ad esempio la quantità di lividi (54) sul corpo del ragazzo.
Inizia qui la lotta della famiglia Aldrovandi per arrivare ad un processo e alla verità, attraverso strategie di mobilitazione, la creazione di un blog e di una Fondazione.
Il processo porterà alla condanna per omicidio colposo di 4 poliziotti e alla condanna di altri 3 funzionari di polizia per omissione e favoreggiamento.
Il documentario, premiato con il David di Donatello nel 2011 per la categoria miglior documentario di lungometraggio, ricostruisce la tragedia di Federico Aldrovandi attraverso testimonianze ufficiali e sotto la diretta consulenza degli avvocati di parte civile e dei familiari del ragazzo, che approvano e collaborano al progetto: la prima parte è dedicata ai fatti e ai misteri, la seconda al processo e a suoi numerosi colpi di scena, mentre il finale, partendo dagli interrogativi rimasti insoluti, tenterà una spiegazione verosimile degli avvenimenti.
L'evento è stato organizzato dall'associazione Spazio Zero di Oderzo e dal Circolo Cinematografico Pietro Dal Monaco.
Alessandra Ghizzo