Susegana: cinque mesi e dieci giorni di pena, convertiti in lavori socialmente utili
EVADE DI DOMICILIARI PER FARLA FINITA: BARISTA CONDANNATA
La 24enne era ristretta in casa per aver rubato nel bar in cui lavorava
COLFOSCO - (gp) Messa agli arresti domiciliari per aver rubato nel bar dove lavorava, esce di casa in preda alla disperazione per farla finita ma viene salvata dai carabinieri. Finita a processo per evasione, oltre che per il furto, è stata condannata a cinque mesi e dieci giorni di reclusione convertiti in lavori socialmente utili. In sintesi è la parabola che ha visto come protagonista una ragazza di 24 anni di Susegana. Se da un lato l'accusa di evasione dagli arresti domiciliari era rimasta in piedi, dall'altro quella per furto è venuta a cadere visto che i titolari del bar Pulit di via 18 giugno a Colfosco hanno deciso di ritirare la querela. Difesa in aula dall'avvocato Franco Romano, la giovane, stando alla ricostruzione degli inquirenti, nel maggio scorso sarebbe stata sorpresa dai carabinieri di Susegana mentre sottraeva dalla cassa del bar 270 euro in contanti e 30 euro in ricariche telefoniche. Le banconote erano state segnate per cui non c'era dubbio sul fatto che fosse stata proprio lei a prenderle. La dipendente era stata così arrestata e poi messa agli arresti domiciliari. Ma dentro quelle mura c'era rimasta soltanto poco più di un'ora. Colta dalla disperazione per quanto aveva fatto e per essere stata scoperta, decise di uscire, mettersi alla guida e dirigersi verso il Piave. Sembrava volesse uccidersi, vista la telefonata fatta al suo ragazzo in cui avrebbe detto: “Ora vado in paradiso”. Fu lui ad avvertire i carabinieri che la rintracciarono scongiurando il peggio. Per lei scattò però nuovamente l'arresto per evasione (ora su di lei non pende nessuna misura cautelare) e il processo per direttissima, poi riunito con quello conseguente al furto nel bar.