Proiettati i video dei presunti abusi: "Ha fatto quello che andava fatto"
"NOSTRA FAMIGLIA": PSICOLOGA SCAGIONA IN AULA L'EDUCATRICE
Alla sbarra Daniela Parravicini, accusata di aver maltrattato 3 bimbi
TREVISO – (gp) I video delle presunte condotte violente, proiettati in aula, dovevano secondo l'accusa inchiodare alle proprie responsabilità Daniela Parravicini, l'educatrice 36enne di Oderzo accusata di maltrattamenti aggravati ai danni di tre bambini portatori di handicap all'interno della “Nostra Famiglia” di via Ellero. Ma quei frame sembra aver stabilito l'esatto contrario. “Quello che si vede nei video è quello che andava fatto” ha dichiarato sotto giuramento una psicologa e psicoterapeuta, chiamata a testimoniare dalla difesa dell'imputata. Il contatto fisico (l'accusa parla di scappellotti mentre la difesa di buffetti), secondo la professionista è fondamentale per educare i piccoli, così come quello oculare per contenerne le azioni visto che, affetti da gravi deficit di attenzione e da iperattività, rischiano di essere pericolosi non solo per sé stessi ma anche per gli altri. In sintesi, l'operato di Daniela Parravicini sarebbe stato esemplare. A settembre del prossimo anno, dopo aver ascoltato gli ultimi testi, verrà pronunciata la sentenza. L'accusa rimane ferma sulle proprie posizioni: i filmati registrati dalla telecamera nascosta nel refettorio della struttura non avrebbero immortalato un metodo educativo, ma dei presunti abusi. Quindici in tutto gli episodi incriminati. Inizialmente nel mirino degli inquirenti erano finite due educatrici con tanto di scambio di persona, che aveva prima portato a essere indagata una 35enne di Paese, risultata poi estranea ai fatti in quanto somigliante all'effettiva seconda indagata, una 25enne di Mogliano Veneto la cui posizione però è stata archiviata già in fase d'indagine. L'attenzione della Procura si era fermata soltanto sulla Parravicini, che ha sempre contestato le accuse e ha pure rifiutato il patteggiamento preferendo dimostrare la propria innocenza a processo. L'educatrice, difesa dagli avvocati Paolo De Girolami e Paolo Ferri, ha sempre sostenuto che il suo operato rientra in un quadro puramente educativo e non violento, come dimostra il fatto che nessun bimbo ha mai riportato lesioni e nessuno dei genitori ha mai sporto denuncia.