L'on. Casellato: "La cosa più importante è far tornare famiglie e bambini in Italia"
ANCHE UNA FAMIGLIA TREVIGIANA TRA LE 26 BLOCCATE IN CONGO
Il caso riguarda la sospensione del governo africano delle adozioni
TREVISO - Ventisei famiglie italiane si trovano da molte settimane nella Repubblica Democratica del Congo e vivono in condizioni precarie sia dal punto di vista igienico che economico. Sono in attesa che il governo africano consenta loro di ritornare in Italia con i bambini che hanno adottato seguendo la normale procedura per le adozioni internazionali. Tra loro anche una famiglia di Treviso, assistita dall’associazione Ai.Bi. e precisamente dalla sede veneta di Mestre. “I genitori sono partiti alcune settimane fa dall’Italia in quanto l’iter per l’adozione internazionale si era concluso positivamente –spiega l’on. Floriana Casellato -. A fronte però di alcune irregolarità che riguardano altri Paesi, la Repubblica Democratica del Congo ha deciso di sospendere le operazioni legate alle adozioni internazionali per presunte irregolarità a partire dal 25 settembre e per un anno. Il Ministro Kyenge, in qualità di presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali, ha incontrato lo scorso Novembre alcuni rappresentati del governo africano ricevendo rassicurazioni sul fatto che le adozioni di cittadini italiani concluse prima del 25 settembre sarebbero andate a buon fine." “Queste buone intenzioni sono state disattese – prosegue la parlamentare democratica – e oggi ventisei famiglie sono bloccate in condizioni igieni precarie senza la possibilità di rientrare nel nostro Paese. E’ per questo che stamattina abbiamo depositato un’interpellanza urgente, a prima firma della collega Quartapelle, che verrà discussa questa settimana alla Camera, ove si chiede “quale supporto economico e diplomatico il Ministero abbia intenzione di fornire alle famiglie adottive coinvolte in questa situazione. “Stiamo monitorando la situazione - conclude l’On. Casellato - la cosa più importante è far tornare in Italia quelle famiglie con i loro bambini. Sono in costante contatto anche con l’Associazione AiBi di Milano e con la sede di Mestre, che stanno assistendo le famiglie coinvolte, perché è con l’impegno di tutti che speriamo di trovare presto una soluzione a questa drammatica situazione”.